
Gigi Beltrame
La corsa all'AI disorienta le aziende: serve un approccio pragmatico
Si cerca di stupire, o forse stordire, il mercato, ma di fatto vincerà chi saprà conquistare la fiducia, non l'ultima prestazione
La frenetica competizione nel campo delle intelligenze artificiali generative sta creando un clima di disorientamento tra le imprese.
Quasi quotidianamente assistiamo all'annuncio di nuovi modelli che superano i precedenti, in una rincorsa al primato che sembra non avere fine. Questa rapida evoluzione, se da un lato testimonia il dinamismo del settore, dall'altro rischia di generare confusione e incertezza nelle aziende che vogliono adottare soluzioni di AI.
Prima c'era OpenAI, ora i modelli sono davvero tanti e se sembrava che la Cina fosse arrivata a dominare, ecco che spunta Musck e il suo Grok3 per riprendere lo scettro.
Ma qual è il senso? Le aziende come possono orizzontarsi?
In questo contesto, emerge con forza l'approccio pragmatico e orientato ai risultati del progetto Vitruvian-1, sviluppato dalla startup italiana Asc27.
Il fondatore Nicola Grandis (trovate l'intervista video qui) ha sottolineato un concetto fondamentale: "la tecnologia non deve stupire, deve servire. E noi, come società, dobbiamo essere pronti a servircene nel modo giusto". Questa visione si contrappone alla corsa sfrenata al modello più potente, ponendo invece l'accento sull'utilità concreta e sull'applicabilità delle soluzioni AI nel contesto aziendale.

Il lancio di Vitruvian-1 rappresenta non solo un importante traguardo tecnologico per l'Italia, ma anche un esempio di come l'innovazione possa essere guidata da principi di pragmatismo e attenzione alle reali esigenze del mercato. Di fatto avevamo visto qualcosa di simile con DeepSeek.
Mentre i giganti tecnologici si sfidano a colpi di annunci su modelli sempre più avanzati, Asc27 dimostra che è possibile sviluppare soluzioni AI competitive puntando sulla qualità e sull'efficacia, piuttosto che sulla mera potenza di calcolo.
Le imprese, di fronte a questo scenario in rapida evoluzione, dovrebbero quindi concentrarsi non tanto sull'inseguire l'ultima novità, quanto piuttosto sul comprendere come l'AI possa effettivamente migliorare i propri processi e creare valore. L'esempio di Vitruvian-1 e la filosofia di Grandis offrono una bussola preziosa in questo senso, ricordando che la vera sfida non è avere l'AI più potente, ma quella più utile e integrata nel proprio contesto operativo.