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12/06/2024

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Stefano Nuzzo (Global Strategy): le PMI eccellenti hanno raddoppiato il valore della produzione

La resilienza e la capacità di reazione dopo la pandemia per alcuni settori è stata molto sostenuta

L'OsservatorioPMI di Global Strategy sulle PMI è sempre stato un appuntamento importante per valutare lo stato di salute delle aziende piccole e medie italiane, ma soprattutto quelle familiari. Abbiamo dialogato con Stefano Nuzzo, Equity Partner di Global Strategy, per comprendere cosa è emerso dall'osservatorio.


Quali sono i risultati dell'Osservatorio 2024, qual è il dato più interessante emerso rispetto a quello degli anni passati? Quante sono le aziende campionate? Di quali dimensioni e di quali settori?


L'Osservatorio 2024 ha analizzato i bilanci degli ultimi 5 anni di oltre 70.000 aziende italiane. Tra queste, sono state selezionate 750 aziende eccellenti, pari al 4,9% dell'Universo di Riferimento, con un valore della produzione compreso tra 20 e 250 milioni di euro, fino a 500 milioni per quelle del commercio. Il comparto manifatturiero prevale con il 70% delle aziende eccellenti, con settori come la meccanica e i prodotti in metallo in prima linea. Il dato più interessante emerso è la capacità di queste aziende di risollevarsi dopo la crisi pandemica, raddoppiando il Valore della Produzione dal 2020 al 2022 e quadruplicando la redditività dal 2018 al 2022.





Quali sono state le principali sfide affrontate dalle aziende familiari durante la pandemia e come sono riuscite a superarle per raggiungere l'eccellenza?


Le aziende familiari hanno affrontato sfide significative prima con la pandemia, che ha portato a interruzioni della supply-chain, cali della domanda e difficoltà operative, poi le spinte inflazionistiche, i conflitti internazionali che ci sono stati negli ultimi tempi, l'aumento dei tassi di interesse e quindi del costo del denaro. Ogni semestre portava con sé una nuova sfida. Molte aziende sono riuscite a superare queste criticità grazie alla loro capacità di adattamento, all'agilità decisionale e alla solidità dei rapporti interni. La resilienza è stata fondamentale: le aziende eccellenti identificate dall'OsservatorioPMI di Global Strategy hanno trovato nuovo slancio dalle difficoltà, riuscendo a raddoppiare il Valore della Produzione dal 2020 al 2022 (+103% rispetto all'Universo di Riferimento che ha registrato un +47%) e a quadruplicare la redditività operativa dal 2018 al 2022 (+300% rispetto all'Universo di Riferimento che ha registrato un +68%).


Nonostante tutte le PMI abbiano beneficiato dei vari aiuti governativi, che hanno reso più semplice l'accesso alla liquidità, introdotto moratorie sui mutui e permesso una "ripatrimonializzazione" più agevole, ciò che ha differenziato le eccellenti è stata la loro maggiore preparazione.
L'eccellenza non è casuale, ma il frutto di una visione imprenditoriale costruita nel tempo. Le aziende eccellenti erano più patrimonializzate, con una maggiore dotazione finanziaria, il che ha permesso loro di affrontare le difficoltà in maniera più efficace. Queste aziende erano più pronte grazie alla lungimiranza degli imprenditori, che hanno saputo leggere il mercato, reagire rapidamente e con coraggio. Molte hanno continuato a investire nonostante le avversità, dimostrando una capacità di innovazione e un impegno verso la crescita sostenibile che le ha rese particolarmente resilienti e competitive.


In che modo l'intelligenza artificiale sta influenzando i modelli di business delle aziende familiari e quali sono le principali opportunità e difficoltà legate alla sua implementazione?


Il 43% degli imprenditori vede l'AI come una grande opportunità, mentre l'80% delle aziende è intenzionato ad adottare soluzioni basate su AI. Tuttavia, ci sono difficoltà tecniche come la sicurezza e la privacy (46%) e la mancanza di competenze (43%). Oggi, solo il 19% degli imprenditori ha una buona familiarità con l'AI, il che rappresenta un ulteriore ostacolo. Le aziende devono sviluppare competenze adeguate e investire sulle risorse umane per sfruttare appieno il potenziale dell'AI.


L'auspicio è che l'intelligenza artificiale possa essere uno strumento, l'occasione per le aziende di modificare o far evolvere i propri modelli di business. Questo perché potrebbero, attraverso di essa, sviluppare nuovi servizi, nuovi prodotti, e soprattutto anche nuove forme di engagement della clientela. Le premesse, soprattutto per le eccellenti, come emerge dai dati dell'indagine, ci sono. Il fatto che il 43% degli intervistati la veda in futuro come un'opportunità è un segnale che ci fa ben sperare.


Come le aziende eccellenti sono riuscite a raddoppiare il valore della Produzione nel periodo post-Covid e quali strategie hanno adottato per raggiungere questi risultati?


Ci sono riuscite grazie a una combinazione di investimenti costanti, innovazione e internazionalizzazione. Hanno destinato una quota rilevante del loro fatturato in ricerca e sviluppo (R&D) per migliorare i prodotti e ridurne l'impatto ambientale. Il 50% delle aziende eccellenti ha investito oltre il 5% del fatturato in R&D. Inoltre, hanno reinvestito il 76% degli utili netti per efficientare i processi produttivi e sviluppare nuovi mercati. Questa strategia, anteponendo a tutto l'azienda e la sua crescita, ha permesso di adattarsi rapidamente e crescere nonostante le difficoltà globali. Non di minor rilievo l'importanza del "Made in Italy" che viene, a ragione, considerato un vantaggio competitivo che deve essere tutelato e valorizzato.




Come si posizionano le aziende eccellenti italiane nel contesto internazionale e quali sono i principali mercati esteri in cui operano con successo?


Le eccellenze italiane si caratterizzano per una forte orientamento all'internazionalizzazione, con oltre il 30% che genera più del 55% del fatturato all'estero. Il "Made in Italy", cui si accennava, è considerato un fattore determinante per il successo per il 50% delle aziende eccellenti. I mercati esteri in cui operano con successo includono tutto il mondo ma soprattutto l'Europa. La qualità dei prodotti italiani e la capacità di rispondere alle esigenze dei diversi mercati hanno permesso di competere efficacemente su scala globale. Andare oltre l'Europa è spesso, ancora, frutto di un'opportunità piuttosto che di una strategia. Queste aziende sono più strutturate per operare in Europa e gestiscono le operazioni prevalentemente dall'Italia, utilizzando metodi tradizionali. Questo approccio offre sicuramente il vantaggio di un controllo diretto su tutta la catena e sui clienti, ma può limitare la scalabilità. Per superare queste barriere e scalare più efficacemente, dovrebbero considerare forme più disintermediate come joint venture o stabilimenti di produzione nei paesi target.





In che misura le aziende familiari italiane stanno adottando strategie ESG e quale impatto hanno queste strategie sulla loro crescita e competitività?


Le strategie ESG (Environmental, Social, and Governance) sono sempre più adottate dalle aziende familiari italiane. Oltre due terzi delle aziende eccellenti hanno esplicitamente avviato una strategia ESG, spinti dalla forte convinzione della Proprietà (60%). 

Già nell'osservatorio del 2019 ci interrogavamo su come le aziende familiari stessero iniziando ad approcciare il tema dell'ESG. Anche in quel momento, riscontrammo che le aziende non erano preparate, ma ci aveva colpito molto che stessero comunque iniziando a intraprendere attività in ambito ESG, grazie a una forte convinzione etica degli imprenditori. Questi erano già fortemente convinti che sia in ambito ambientale e sociale ma anche in termini di governance si dovesse fare qualcosa di più di quanto fatto in passato. Anche in questo caso, la vera sfida era quella di riuscire a immaginare un'evoluzione dei propri modelli di business. Le rivoluzioni che queste aziende portano avanti diventano vincenti quando delle opportunità, come l'ESG prima e l'intelligenza artificiale adesso, permettono di poter rivedere il modo di fare impresa.



Queste strategie non solo migliorano la sostenibilità ambientale, ma anche la crescita e la competitività delle aziende. L'orientamento verso pratiche sostenibili ha permesso loro di attrarre investimenti e talenti, migliorando la reputazione aziendale e favorendo un vantaggio competitivo sul lungo termine.


In definitiva, qual è lo stato di salute delle PMI italiane?


Lo stato di salute delle PMI italiane è in generale positivo. Le aziende eccellenti del nostro OsservatorioPMI si contraddistinguono per una forte crescita, redditività elevata e capacità di adattamento. Per mantenere e migliorare questa posizione, è necessario che continuino a investire in innovazione, formazione e internazionalizzazione. La riduzione dei tassi di interesse prevista dovrebbe favorire ulteriori investimenti. Se lo Stato è intervenuto per proteggere le imprese nel periodo pandemico e le piccole e medie imprese ne hanno beneficiato, oggi questi supporti iniziali stanno venendo meno, poiché gli aiuti e gli incentivi sono giunti al termine. Le imprese si trovano quindi a dover affrontare da sole una situazione geopolitica complessa, con un livello di tassi d'interesse elevato e una situazione debitoria e patrimoniale da gestire.



È necessario fare sistema e lavorare insieme per supportare queste aziende. Le imprese di medie dimensioni, infatti, competono spesso con aziende straniere più strutturate e di maggiori dimensioni, risultando quindi più vulnerabili agli shock economici. È fondamentale che il Paese, il Governo, le filiere e le associazioni di categoria collaborino per rafforzare queste imprese anche dalle retrovie.
Le PMI italiane, pur di fronte a sfide significative, dimostrano sempre una notevole resilienza e capacità di evolversi in un contesto globale in rapido cambiamento, confermandosi la colonna portante del nostro sistema economico.
 


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