Galileo Galilei esempio di imprenditore del sapere - Libro "Siamo tutti galileani"
Massimo Bicciantini riflette sulla necessità di superare le barriere della specializzazione per comprendere il presente e immaginare il futuro
Per conoscere e apprezzare un libro non c'è nulla di meglio che ascoltarne l'autore, conversare con amici, ponendo al centro gli spunti, i quesiti l'attualità del proprio lavoro. E' quanto ho provato venerdì 23 febbraio a Milano, presso la libreria Linea d'Ombra nel corso della presentazione di Siamo tutti galileani, di Massimo Bicciantini, edito da Einaudi per la collana Vele.
L'Autore propone uno spunto nuovo, nn invito a pensarsi senza le barriere della iper specializzazione, necessaria ma al tempo stesso limitativa. Occorre un mix di competenze e curiosità per conoscere e decifrare il presente e, soprattutto, immaginarsi il futuro.
Una riflessione, quella di Bucciantini, articolata nel suo scritto in alcuni capitoli nei quali non perde mai di vista le caratteristiche peculiari del grande scienziato pisano, un mix di teoria, osservazione e pratica. Un poco quello che occorre pensare e guardare quando si osserva l'impresa e le persone che le guidano.
"Far parte della vasta e multiforme comunità dei galileiani" spiega l'Autore "non dipende tanto dalla professione che si svolge quanto dal pensiero che si è scelto di adottare per guardare il mondo e per comprendere il rapporto che c'è tra le parole e le cose: un pensiero rigoroso e coerente, regolato dalla semplicità e dalla precisione e animato dalla curiosità, senza i vincoli frapposti da troppe barriere disciplinari.
Ce lo ha insegnato Galileo. E, dopo di lui, galileiani come Primo Levi, Italo Calvino, Daniele Del Giudice.
Perché la cultura umanistica non può prescindere dalla scienza e dalla tecnologia che permeano la nostra esistenza. Né la cultura scientifica può ridursi a mera produzione tecnologica. Dirsi galileiani oggi vuol dire costruire sempre nuovi camminamenti che incrocino saperi e inneschino «sensate esperienze». Con l'obiettivo di formare donne e uomini del tempo presente: piú consapevoli, e quindi piú liberi di pensare e di fare. Proprio come un buon manager o imprenditore del futuro.
Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione