Come stanno reagendo le aziende all'arrivo dell'intelligenza artificiale?
Mercadante (Cisco): se ne parla molto, si conosce il valore competitivo, ma i progetti faticano a decollare
Un'indagine condotta da Cisco ha portato alla creazione del primo Cisco AI Readiness Index, finalizzato a valutare la preparazione delle aziende, anche italiane, per l'adozione e l'integrazione delle tecnologie alimentate dall'AI.
Le conclusioni indicano un significativo aumento nell'urgenza di implementare tecnologie basate sull'AI, con il 97% dei partecipanti che segnalano un aumento negli ultimi sei mesi. La spinta principale dietro a questa urgenza proviene principalmente dalla leadership di alto livello, con CEO e consigli di amministrazione che esercitano una pressione considerevole. Un travolgente 84% crede che l'AI avrà un impatto significativo sulle operazioni aziendali in futuro.
Emerge un divario notevole tra intenzioni e capacità. Nonostante le intenzioni elevate, la prontezza delle aziende a sfruttare appieno l'AI si attesta all'86%, indicando che un numero sostanzAIle di organizzazioni non è adeguatamente preparato.
Il Cisco AI Readiness Index valuta la prontezza attraverso sei pilastri chiave: Strategiaa, Infrastruttura, Dati, Governance, Talent e Cultura.
La prontezza organizzativa è categorizzata in Pacesetters (14%), Chasers (34%), Followers (48%) e Laggards (4%).
Nel pilastro della Strategia, quasi un terzo dei partecipanti è classificato come Pacesetters, suggerendo significativi investimenti nello sviluppo di strategie di implementazione dell'AI. Il 95% delle organizzazioni sta sviluppando o ha già una solida strategia di AI. In particolare, il 73% delle organizzazioni italiane rientra nelle categorie Pacesetters o Chasers sotto Strategia.
Gli obiettivi principali dell'adozione dell'AI includono il miglioramento dell'efficienza del sistema (54%), l'incremento delle capacità di innovazione (51%) e l'aumento di entrate e quota di mercato (42%).
In termini di Infrastruttura, l'Italia mostra un livello medio di prontezza, con solo l'11% classificato come Pacesetters. Scalabilità e flessibilità sono cruciali, ma il 68% indica solo una scalabilità moderata, richiedendo miglioramenti per applicazioni di AI complesse. Lo studio sottolinea l'importanza di un'architettura scalabile per gestire crescenti richieste e strutture flessibili per adattarsi facilmente ai cambiamenti.
La prontezza dei dati presenta sfide, con il 39% delle organizzazioni in Italia classificate come Followers e il 27% come Laggards.
Una preoccupazione rilevante è la centralizzazione dei dati, con l'82% che ammette di avere silos di dati in tutta l'organizzazione. Mentre il 58% valuta positivamente la capacità dei loro strumenti di analisi di gestire complessi set di dati legati all'AI, l'80% affronta sfide di integrazione con le piattaforme di AI.
La prontezza della governance è relativamente bassa in Italia, con il 69% delle organizzazioni classificate come Followers o Laggards. Solo il 23% dichiara politiche e protocolli di AI altamente completi. Emergono rischi di bias, con il 41% che riconosce una consapevolezza limitata e il 46% che manca di meccanismi sistematici per rilevare i bias nei dati.
Questa analisi iniziale offre uno sguardo sul panorama della prontezza per l'AI in Italia, indicando l'urgenza di colmare il divario tra intenzioni e capacità nei pilastri chiave. Le prossime sezioni approfondiranno ciascun pilastro, offrendo una comprensione completa delle sfide e opportunità nel panorama dell'AI italiano.
Abbiamo intervistato Enrico Mercadante, Architectures Sales and Innovation Southern Europe at Cisco.
Che sensazione ha del mercato dell'ICT e dell'Intelligenza Artificiale in questo momento?
Sta vivendo un'accelerazione senza precedenti.
Ciò che osserviamo è una rapida evoluzione delle tecnologie, con una particolare enfasi sull'Intelligenza Artificiale. Quest'ultima, in particolare, ha subito un'impennata notevole, trasformandosi da una moda a un cambiamento sostanziale. L'accelerazione è notevole, specialmente con tecnologie come i modelli di linguaggio generativo, come l'LLM, che sono diventati accessibili ai consumatori finali. Questa pressione dal basso sta guidando un'innovazione richiesta direttamente dagli utenti.
Quali sono i grandi trend che prevede nei prossimi anni?
Innanzi tutto, l'iperconnettività sarà predominante, con un aumento significativo dell'Internet delle cose (IoT). Questo genera una quantità enorme di dati, portando l'attenzione anche sulla sicurezza informatica. Altri trend chiave includono l'utilizzo crescente dell'Intelligenza Artificiale per gestire questa vasta quantità di dati e l'ascesa delle tecnologie quantistiche, come i computer quantistici, che rappresentano la frontiera dei prossimi anni.
Come si preparano le aziende italiane a fronteggiare questi cambiamenti?
La pressione è palpabile, con oltre l'80% delle aziende affermando che l'Intelligenza Artificiale cambierà completamente il loro modello di business nei prossimi 6 mesi.
Tuttavia, dalla nostra indagine emerge che solo il 14% delle aziende globali si sente veramente pronto per affrontare questa trasformazione. In Italia, questo divario è ancora più evidente, con solo il 31% delle aziende che ha una strategia ben delineata.
L'Intelligenza Artificiale può essere un'opportunità per l'Italia?
L'Intelligenza Artificiale è una grande opportunità per l'Italia, specialmente nel contesto dell'economia digitale. Può abbassare le barriere di ingresso per le aziende meno strutturate, consentendo loro di offrire prodotti e servizi sofisticati. In particolare, l'adozione di Intelligenza Artificiale può rendere i prodotti italiani più competitivi nel mercato digitale, aprendo nuove opportunità per la customer experience e la creazione di servizi innovativi.
Quale ruolo gioca la sicurezza informatica in questo contesto?
La sicurezza informatica è cruciale, soprattutto considerando l'uso crescente dell'Intelligenza Artificiale anche da parte degli attaccanti. La carenza di talenti in questo settore è un problema rilevante in Italia, e l'Intelligenza Artificiale può essere un alleato fondamentale per migliorare l'efficacia delle difese contro attacchi sempre più sofisticati.
Come sta rispondendo Cisco a queste sfide?
Stiamo investendo nella tecnologia dell'Intelligenza Artificiale attraverso acquisizioni strategiche, come abbiamo iniziato a fare, soprattutto per analizzare le nuove modalità di attacchi. Ci stiamo concentrando anche sull'uso dell'Intelligenza Artificiale per potenziare le difese cibernetiche, un settore in cui la scarsità di talenti è particolarmente evidente.