Panoramica sul mercato finanziario del 2024
De Luca (Capital Markets): focus su potenziali sviluppi e l'impatto degli attuali conflitti
Ad un mese dallo scoppio della dolorosissima guerra Hamas-Israele che sta causando un prezzo altissimo in termini di vite umane e nella speranza di una ricomposizione del conflitto a breve, la domanda da porsi, a nostro parere, al momento non è tanto se ci sarà o meno un'escalation bellica tale da allargare il conflitto su una scala internazionale ancora più estesa, quanto se ? a causa della guerra/e in corso ? il prezzo del petrolio e degli altri beni energetici riuscirà ad essere mantenuto sotto controllo o meno.
Più che la guerra, infatti, per i mercati continua ad essere l'inflazione la variabile chiave cui guardare.
Ma facciamo un passo indietro.

Gli ultimi dati macroeconomici americani stanno mostrando un quadro che ? a fronte di un costo del denaro altissimo e avvenuto repentinamente ? non può che fare del 2023 il terzo anno di "normalizzazione" post pandemia.
Sebbene ci sembri un ricordo ormai sbiadito, nel 2020 il mondo si è fermato per sei lunghi mesi e questo evento eccezionale produce ancora delle conseguenze fortissime sui mercati finanziari.
Il motore del mondo è ancora in fase di avviamento, le vendite al dettaglio rimangono ancora il cuore dell'economia americana (che cresce quasi del 5% in un anno che molti analisti avevano previsto in recessione), mentre il mercato immobiliare e quello del lavoro iniziano a mostrare le prime crepe sotto lo smalto.
Come sarà dunque il 2024 alle porte?
A nostro parere, le chance di entrare in un anno recessivo sono più basse rispetto a quelle di infilarsi in una nuova Goldilocks economy (che, per coloro che si chiedono cosa significhi, nella famosa storia di Riccioli d'oro "Goldilocks" e i tre orsi, la giovane Riccioli d'oro afferma di preferire il porridge che è della giusta temperatura, né troppo caldo né troppo freddo) ovvero un'economia moderata con un'inflazione bassa, condizioni ideali per una politica monetaria favorevole al mercato.
Ma a noi non interessano né le storielle né le previsioni macro, spesso fallaci per il semplice fatto che esistono così tante variabili che il rischio di incappare in una previsione errata è maggiore che quello di ragionare in assenza di stime.

Siamo però ragionevolmente fiduciosi sul fatto che il mercato azionario il prossimo anno possa salire per due motivi.
Il primo è che, avendo raggiunto il picco dei tassi, il settore della tecnologia e quello dell'energia alternativa sono posizionati ottimamente per un deciso recupero.
Il secondo è che nel 2024 negli Stati Uniti si vota per le Presidenziali e la Borsa americana non è mai scesa negli anni elettorali.
A maggior ragione ora, con la Fed alle prese con gli eccessi manifestatisi sulla parte lunga della curva che, dopo aver toccato il tasso record del 5,20% a 2 anni e del 5,10% a 10 anni ha visto intervenire prontamente la banca centrale americana con uno statement in cui, senza escludere un ulteriore ultimo rialzo, Jay Powell non ha perso l'occasione di rimarcare come- seppur in presenza di un potenziale rallentamento, anche la Fed non poteva non accorgersi che i rendimenti di lungo periodo stavano aumentando (forse, eccessivamente, aggiungiamo noi).
Se osserviamo la curva mediana dei rendimenti USA ora possiamo notare come quello relativo al decennale sia aumentato dal 4 al 5% in tre mesi (1 punto) mentre le obbligazioni di breve sono rimaste ferme, tanto che fino ad un anno di scadenza la curva è rimasta identica, appiattendosi molto ad ottobre.