Il gioco del gatto col topo tra i mercati finanziari e le principali Banche Centrali
Jumana Saleheen (Vanguard): i mercati si aspettano che una recessione metta pressione alle banche centrali per tagliare i tassi. Si tratta di un'ipotesi ragionevole dato il comportamento delle stesse osservato negli ultimi 25 anni
La politica delle banche centrali e l'andamento dei mercati finanziari possono essere difficili da comprendere.
È dalla scorsa estate che banche centrali e mercati giocano al gatto col topo.
Le banche centrali hanno avuto un atteggiamento da falco e i mercati, invece, avrebbero voluto vedere il volo delle colombe.
Poco prima della pubblicazione dei verbali della Fed, il 4 gennaio, i mercati sono saliti nella speranza di un segnale sul fatto che la Fed stesse considerando un allentamento della propria politica.

Sono rimasti delusi e le azioni hanno azzerato i guadagni precedenti.
L'Europa ha vissuto un'esperienza simile il 14 dicembre, dopo la conferenza stampa della Bce sulla politica monetaria.
I mercati sono stati sorpresi dal tono hawkish, con un ritracciamento delle azioni europee.
Come si spiega questo conflitto? Perché mercati e banche centrali non seguono il medesimo spartito?
Le possibili spiegazioni sono almeno due: la prima è che i mercati hanno previsioni più ottimistiche per l'inflazione e la seconda è che i mercati non credono alle comunicazioni delle banche centrali relativamente alla funzione di reazione delle proprie politiche.
Confrontando le previsioni sull'inflazione pubblicate dalle banche centrali rispetto al consensus, scopriamo che i mercati prevedono un'inflazione più bassa.