Marchionne non è il migliore dei manager possibili - Recensione libro
Questo libro è un auspicio, un augurio rivolto ai manager. Invece di indossare il rassicurante maglione di Marchionne, tessuto di interessi di fronte ai quali non resta che aderire ed eseguire, siate voi stessi
Merita di esser letto l'ultimo lavoro di Francesco Varanini, dal titolo provocatorio "Marchionne non è il migliore dei manager possibili", edito da GueriniNext.
Come spiega l'autore, questo libro è un auspicio, un augurio rivolto ai manager.
Invece di indossare il rassicurante maglione di Marchionne, tessuto di interessi di fronte ai quali non resta che aderire ed eseguire, siate voi stessi.
Ecco dove arriva l'affondo generale alla categoria di top manager: non ci si deve rassegnare a una concezione riduttiva e cinica del ruolo ricoperto, e delle conseguenti decisioni assunte.

Occorre rifuggire da una posizione che vede detti manager semplici esecutori dei dettami di proprietà e azionisti.
Non bisogna nascondersi diligentemente dietro alla logica e ai calcoli.
Essere realmente un manager di successo e di calibro implica ben altro: si deve accettate l'ansiosa inquietudine di chi cerca sempre di osservare e capire, considerare tutti i fattori in gioco e faticosamente, ma anche liberamente, decidere.
È solo attraverso la personale visione del mondo, l'etica e la competenza che un manager aggiunge valore all'organizzazione che guida, in un certo senso modellandole a propria immagine e valori.
In questo scritto teorico - che affonda però le sue radici nell'osservazione dell'attualità e nell'esperienza sul campo dell'autore - Varanini propone una riflessione sull'eredità culturale di uno dei manager italiani più influenti degli ultimi decenni.