"La principale barriera a stili di vita e modelli di consumo più green, citata da un italiano su 2, rimane il prezzo.
Questo dà una chiara indicazione del potenziale e atteso contributo delle istituzioni e delle aziende" commenta Andrea Poggi.
Quanto alla responsabilità alla lotta ai cambiamenti climatici l'opinione degli italiani è chiara: non è solo l'azione del singolo a poter determinare un'inversione di tendenza, ma è necessario il contributo di tutti - dai cittadini, alle imprese, fino alle istituzioni pubbliche.
Per 2 cittadini italiani su 3, inoltre, è soprattutto lo Stato il soggetto che può e deve implementare adeguate strategie, politiche, programmi e altre iniziative concrete.
Purtroppo, però, solo 1 italiano su 10 ritiene che Stato e imprese stiano agendo concretamente per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
Energia
Oltre all'attenzione per il pianeta, anche il tema energetico è sempre più nei radar dei cittadini.
Secondo la ricerca, infatti, quasi 8 italiani su 10 (77%) dichiarano di aver adottato comportamenti virtuosi per limitare la propria bolletta energetica, tuttavia oltre 6 su 10 (65%) lamentano di non percepire alcun beneficio da tali azioni a causa del costante aumento delle tariffe.
A tal proposito, i cittadini intervistati concordano sulla necessità di un intervento attivo delle istituzioni sia nazionali che sovranazionali.
Ad esempio, il 78% degli italiani vorrebbe che l'UE introducesse forme di regolamentazione comunitarie dei prezzi dell'energia elettrica con una conseguente modifica dei modelli di gestione del mercato elettrico.
"I cittadini italiani sono consapevoli della necessità di accelerare la transizione energetica verso una società più sostenibile: quasi all'unanimità (97%), sottolineano l'importanza di avere un'adeguata e crescente quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, al fine di raggiungere più rapidamente l'indipendenza energetica (48%) e di supportare il processo essenziale di decarbonizzazione dell'economia (42%), che rappresenta una grande opportunità per il miglioramento della qualità di vita e benessere per il cittadino, e un'occasione di crescita economica sostenibile per le imprese", commenta Poggi.
Benessere e lavoro
Oltre alla cura del pianeta e dell'ambiente, gli italiani sono sempre più attenti alla propria salute e alla qualità della propria vita, condizioni dello "star bene".
Così, ormai la scelta del proprio lavoro è determinata principalmente da considerazioni di bilanciamento vita privata e lavorativa e valutazioni economiche (47%), che sono più importanti della passione per il lavoro (39%) e dalle opportunità di crescita professionale (28%).
Le politiche di sostenibilità dell'azienda, invece, sono indicate come importanti nella scelta del lavoro solo dal 20% del campione intervistato.
A tal proposito, solo poco più di 2 italiani su 10 hanno considerato la possibilità di cambiare impiego presso un'azienda più sostenibile.
Nonostante le politiche aziendali per la sostenibilità non siano il primo driver di scelta per i lavoratori, solo un italiano su 3 è soddisfatto di quanto il proprio datore di lavoro sta facendo per contrastare il cambiamento climatico.
E comunque, secondo il 36% degli intervistati, il livello di soddisfazione degli italiani aumenta quanto più il datore di lavoro è in grado di supportare l'adozione di comportamenti sostenibili da parte dei dipendenti anche al di fuori del contesto lavorativo.
E, secondo il 64% degli intervistati, un ambiente di lavoro attento all'ambiente contribuisce ad aumentare la produttività dei dipendenti.
"Come si evince dai nostri dati, i cittadini sono consapevoli ora più che mai della rilevanza di un processo di innovazione sostenibile e sono anche pronti a fare la propria parte, attraverso la progressiva adozione di stili di vita e modelli di consumo sempre più attenti all'ambiente.
Ma affinché gli sforzi verso un'innovazione sostenibile possano essere realmente efficaci, si rende necessario un impegno concreto, collettivo e sinergico da parte dell'intero sistema Paese.
La comunità di business e le istituzioni devono attuare scelte coraggiose e concertate, in termini di politiche, incentivi e innovazione, così da favorire la transizione ecologica verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile e un futuro più verde, equo, e rispettoso dei bisogni delle persone: va colta questa disponibilità e va colto questo momento di forte discontinuità", conclude Poggi.
Se l'articolo ti è piaciuto, condividilo con gli amici e colleghi