Ma i data center sono davvero sostenibili?
Il tema dei data center e del cloud sembra essere controverso, ma in realtà non lo è per niente
Quando si parla di sostenibilità si è generalmente portati a guardare i consumi.
L'ICT è un elemento essenziale per il business, servizi come il cloud o internet stesso sono alimentati da energia elettrica e da miliardi di microprocessori che lavorano consumando energia elettrica, da un lato per far funzionare il tutto, dall'altro per raffreddare i sistemi ai vari livelli, dal telefonino che abbiamo con noi fino al super computer.
In pratica, l'informatica e le telecomunicazioni sono assolutamente energivore.
Si è quindi portati a credere che non si possa raggiungere un impatto zero di un data center, per esempio, ma è chiaro che non è così.
I passi in avanti della tecnologia permettono di avere non solo l'energia da fonti rinnovabili, cosa scontata, ma anche di assorbire meno energia e ottimizzare i processi.
Oggi pensare a un data center a zero emissioni non è fantasia, è realtà, con produzione di energia in loco, recupero dell'acqua di raffreddamento e la stragrande maggioranza degli impianti partecipa alla certificazione LEED per il ciclo di vita.
L'efficienza e il risparmio energetico non sono praticate a parole, ma sono elementi del design dei data center da tanti anni, eppure qualcuno crede che non sia così, che il cloud sia estremamente energivoro e che sostanzialmente inquini e produca CO2 a dismisura.
I passi in avanti che ci sono stati sono evidenti se li si vuole andare a cercare, mentre i luoghi comuni sono difficili da estirpare.
In qualsiasi caso, il cambio di passo è avvenuto una decina di anni fa ed è stato estremamente evidente, complice anche qualche problema di sicurezza che ha mandato in fumo diversi progetti.
Un controllo maniacale dei processi di costruzioni, della catena del freddo, delle prestazioni e dell'accensione e spegnimento delle macchina in caso di un non utilizzo, hanno permesso un cambiamento green importante.
Certo, gli stessi passi non sono stati compiuti nei dispositivi personali, ma anche questa è una questione di tempo, nonché di necessità e, come sempre, di priorità.