Sui mercati è tornato il nervosismo
Brian Nick (Nuveen): negli USA un rallentamento della crescita economica sembra ormai inevitabile, anche se sembra ancora possibile scongiurare una recessione
L'inflazione core sembra aver raggiunto il picco negli Stati Uniti, ma l'aumento dei prezzi dell'energia potrebbe determinare nei prossimi mesi una situazione più di stallo che di calo.
I mercati hanno stimato una stretta decisamente di più ampia portata da parte della Fed, e la Fed stessa prevede un aumento dei tassi tra il 3,25% e il 3,50% entro la fine di quest'anno.
Gli investitori hanno stimato l'alta probabilità di un ulteriore rialzo dei tassi di 75 punti base nella riunione di luglio, con aumenti di portata decrescente previsti per le restanti riunioni del 2022 e nel corso del 2023.
Prevediamo che i dati entro la fine dell'estate - relativi alle posizioni di lavoro aperte, alla crescita dei salari e ad altre misure dell'inflazione dei prezzi - possano contribuire a ridurre le aspettative sui tassi.

Occorre tenere presente che non sono trascorse poche settimane dal rapporto sull'occupazione di maggio, che mostrava un solido aumento della creazione di posti di lavoro, una forza lavoro in espansione e una crescita salariale moderata.
Il sentiment dei mercati può cambiare molto rapidamente.
La Fed non dovrebbe fare rialzi troppo elevati, nel contesto di un moderato rallentamento del mercato del lavoro e del mercato real estate già in atto.
Prevediamo una serie di aumenti dei tassi in una successione relativamente rapida, fino al raggiungimento del 3% circa alla fine di quest'anno, seguita da una pausa.
Il rendimento del Treasury USA a 10 anni sembra destinato a stabilizzarsi in questa fascia, con una curva dei rendimenti sostanzialmente piatta.
Un posto dove scappare e nascondersi?
Come gli investitori sanno bene, nel 2022 le condizioni di mercato non sono state favorevoli.