Formazione e competenze: lavoratori e imprese hanno percezioni molto diverse
Himanshu Palsule (Cornerstone): continua a esserci un gap importante tra come le organizzazioni vedono la loro capacità di favorire lo sviluppo e come al contrario questa sia percepita dai dipendenti
Il problema della carenza di personale con le competenze necessarie richieste dalle aziende è ormai una sorta di emergenza che investe tutti i settori e Paesi. Se ne parla da tempo e lo dimostra, una volta di più, la ricerca globale Thriving in the Global Skills Shortage: Your Path Through the Wilderness, che indaga i trend legati ai nuovi scenari dello sviluppo delle competenze condotta da Cornerstone OnDemand.
Lo studio rivela che circa metà dei datori di lavoro intervistati pone la carenza di competenze e di talenti fra i tre problemi più urgenti da affrontare nei prossimi tre anni. L'indagine identifica, inoltre, una forte correlazione tra le performance generali dell'azienda e la qualità del supporto allo sviluppo di nuove competenze offerto al personale.
La ricerca, suddivisa in due parti, ha coinvolto 1.800 lavoratori e oltre 800 business leader in Nord America, EMEA e Asia Pacifico. Analogamente allo studio svolto nel 2020, le domande erano tese a comprendere in che modo i due gruppi percepiscono gli investimenti delle loro organizzazioni in iniziative mirate allo sviluppo delle competenze, la loro capacità di influenzare i talenti e i risultati di business e come le organizzazioni hanno risposto alla pandemia.
Un risultato significativo rispetto all'edizione 2020 dello studio è la differenza di 30 punti percentuali nel gap tra la fiducia nei programmi di apprendimento basati sulle competenze da parte dei datori di lavoro, che ritengono di avere offerto programmi di sviluppo adeguati ai propri dipendenti, e la fiducia dei dipendenti nella capacità dell'azienda di supportarli nello sviluppo delle proprie competenze. In base ai dati del 2020, questo gap si è effettivamente allargato per le imprese con performance nella media o sotto la media. Sebbene la fiducia dei datori di lavoro nella propria capacità di comprendere e risolvere le esigenze dei propri dipendenti sia cresciuta in quest'ultimo studio, la fiducia dei lavoratori è in realtà diminuita di 5 punti: solo il 55% dei dipendenti ritiene che per la propria organizzazione lo sviluppo delle competenze sia una priorità.
"L'ultima ricerca del Cornerstone People Research Lab dimostra come le organizzazioni e le loro persone continuino a vedere lo sviluppo delle competenze come una parte sempre più importante per costruire un futuro di successi condivisi", sottolinea Himanshu Palsule, CEO di Cornerstone. "Sfortunatamente continua a esserci un gap importante tra come le organizzazioni vedono la loro capacità di favorire tale sviluppo e come al contrario questa è percepita dai dipendenti. Per questo motivo Cornerstone continua a spingere sull'innovazione nella formazione e nella gestione dei talenti affiancando alla tecnologia dati ed esperienza. Il nostro obiettivo è aiutare i clienti a costruire al meglio i propri programmi di formazione e skilling sulla base dei bisogni reali delle persone per generare risultati di business."
Aziende e lavoratori hanno percezioni diverse
In molti casi la pandemia ha esacerbato i problemi che già limitavano le capacità di adattamento e cambiamento delle organizzazioni. La carenza di talenti e le nuove sfide, come la trasformazione digitale, minacciano la capacità di molte organizzazioni di crescere e innovare. Ecco alcuni dei dati più significativi emersi dalla ricerca.
- Il focus sulle competenze è percepito in maniera diversa da dipendenti e datori di lavoro. Continua a esistere un significativo gap tra dipendenti e organizzazioni in relazione alla fiducia sull'attuale capacità dell'azienda di far sviluppare nuove competenze al proprio personale. Questo gap, già evidenziato nel 2020, si è in media ulteriormente allargato.
- I dipendenti non hanno fiducia nel fatto che in futuro le loro aziende sapranno dare la giusta priorità allo sviluppo delle competenze. L'indagine rivela che solo il 55% dei dipendenti crede che la propria organizzazione darà la necessaria priorità alla creazione di opportunità di sviluppo di nuove competenze.
- Il gap evidenziato dalla ricerca si è allargato o ristretto in funzione della forza dell'organizzazione. Le organizzazioni altamente performanti (High-performing organizations, HPO) mostrano un gap molto più stretto tra opinione dei lavoratori e dei datori di lavoro. Le organizzazioni altamente performanti non solo hanno dato maggiore priorità allo sviluppo delle competenze rispetto ad altre organizzazioni, ma anche i loro dipendenti hanno la stessa percezione: in queste aziende, infatti, il gap tra visione del lavoratore e del datore di lavoro è solo dell'11%. Al contrario, le organizzazioni con performance inferiori non solo hanno dato una priorità molto più bassa allo sviluppo delle competenze, ma solo una percentuale inferiore al 20% dei dipendenti concorda sul fatto che lo sviluppo delle competenze sia un obiettivo importante, con un gap del 42%.
Organizzazioni altamente performanti: un modello da seguire
La ricerca evidenzia che le organizzazioni altamente performanti sono le apripista. Il 72% di queste organizzazioni ha affermato di avere già iniziato a dare priorità agli investimenti nello sviluppo di competenze per il prossimo anno. Considerando la linea di tendenza per cui le organizzazioni altamente performanti superano di gran lunga le altre aziende nei risultati e nella fiducia del personale nelle nuove iniziative di skilling, questo loro maggiore focus sullo sviluppo delle competenze rappresenta un chiaro segnale per tutte le altre organizzazioni.
Il prossimo futuro
Al fine di ridurre il gap evidenziato nella percezione da parte di lavoratori e datori di lavoro e affrontare l'incertezza, l'edizione 2022 del report "Thriving in the Global Skills Shortage: Your Path Through the Wilderness" indica alcuni passi pratici che le organizzazioni possono intraprendere per costruire future competenze ad alto impatto:
- Prevedere di quali competenze l'azienda avrà bisogno in futuro e identificare quali potranno essere le potenziali mancanze in termini di competenze da parte del personale;
- Integrare una tecnologia intelligente per la gestione delle competenze all'interno di altri strumenti per lo sviluppo della carriera che l'organizzazione già utilizza o dovrebbe utilizzare;
- Favorire una cultura della formazione che dia priorità alla costruzione di competenze e consenta alle persone di crescere;
- Definire strategicamente e rendere disponibili allo staff contenuti formativi più moderni, rilevanti e personalizzati;
- Adottare un modello di selezione che privilegi il personale interno all'azienda per incoraggiare lo sviluppo di nuove competenze e la crescita professionale.
"Per preparare la forza lavoro al futuro, le organizzazioni dovranno orientarsi sempre più verso un approccio alla formazione e alla gestione dei talenti che privilegi lo sviluppo di nuove competenze. Come fare? Analizzando quali siano i bisogni dell'azienda in termini di competenze e quali skill saranno necessarie in futuro e identificando un percorso rilevante e coinvolgente che permetta alle persone di costruire in modo efficace tali competenze", commenta Ajay Awatramani, Chief Product Officer di Cornerstone. "Questo è esattamente ciò che facciamo in Cornerstone. Costruiamo le nostre soluzioni ponendo al centro la tecnologia per la gestione delle competenze. In questo modo aiutiamo i nostri clienti a creare un'esperienza unica, in cui le competenze rappresentano il linguaggio comune per lo sviluppo della carriera delle persone e per il successo."