Pause di carriera: non devono esser più uno stigma
Fabiana Andreani (LinkedIn): per un HR Manager, a prescindere dalla causa, qualsiasi break è ora da intendersi come un momento di consapevolezza, prezioso per capire come orientare la propria carriera
Equilibrio tra vita professionale e privata, pause di carriera, lavoro ibrido: negli ultimi due anni questi temi sono entrati giocoforza al centro del dibattito pubblico, a fronte del proliferare di nuove pratiche lavorative implementate in risposta all'emergenza pandemica.
In questo scenario, in continua evoluzione, una ricerca condotta da LinkedIn porta particolare attenzione alle pause di carriera, ovvero alle interruzioni di più di un mese nell'arco dell'attività lavorativa, sia imposte che volute.

Un fenomeno che in Italia, e nel mondo, è ancora vissuto con vergogna o con rassegnazione, ma che, nel giusto contesto, può rappresentare un'opportunità per migliorarsi.
Secondo l'ultima ricerca di LinkedIn, oltre un quarto (27%) degli intervistati ha avuto una pausa di carriera (per esempio, a causa della perdita del lavoro, dell'abbandono del lavoro, del congedo parentale, viaggi, istruzione ecc.) per scelta, mentre quasi un quinto (18%) degli intervistati ha avuto una pausa, ma non per scelta.
Infine, poco meno di 3 intervistati su 5 (57%) non hanno avuto mai una pausa nella loro carriera.
Le motivazioni contano
Un dato rilevante riguarda l'età in cui, mediamente, le persone prendono, o affrontano, una pausa: 29 anni per le donne e 31 per gli uomini. Le motivazioni più frequenti rilevate tra i partecipanti sono, a pari merito, la perdita del posto di lavoro e la scelta di prendersi del tempo per ragionare sui prossimi passi da intraprendere.

A volte la decisione è legata alla sfera della salute mentale: il 10% ha dichiarato di aver preso una pausa perché in burn-out.
Un'altra ragione che spesso porta a lasciare temporaneamente il lavoro è l'esigenza di acquisire nuove skill, rilevata nel 12% dei casi, così come quella di intraprendere un percorso di formazione.
Le pause di carriera costituiscono per molti un'occasione importante per migliorare le proprie hard e soft-skill. Tra le hard-skill acquisite durante la pausa di carriera, c'è la capacità di pensare in modo creativo (28% donne, 24% uomini).
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