Andiamo verso la personificazione dell'utente. Non dobbiamo collegare i dati delle persone, ma identifichiamo i suoi interessi in un cluster e quindi mostriamo messaggi che siano adatti a quel profilo
La sparizione dei cookie è uno di quegli argomenti che tiene banco da mesi tra gli addetti ai lavori, ma non solo.
Non è solo una questione di privacy o di dati da fornire, più o meno consapevolmente, ma proprio della modalità di esistenza di determinati contenuti distribuiti gratuitamente su internet grazie alla pubblicità .
Ne abbiamo parlato con Francesca Lerario, Managing Director Southern Europe di Ogury.
Ogury è sempre stata un po' l'azienda precorritrice del mercato: cosa sta accadendo ora?
Siamo partiti nel 2014 con un'intuizione e una visione, nel senso che i founder avevano l'obiettivo di creare una società di pubblicità che operasse nella protezione della privacy degli utenti.

Questo ci ha agevolato nel momento in cui, nel 2018, è arrivata il GDPR, perché noi eravamo già pronti.
Questa scelta ci ha premiato, per il comparto è stata una stretta fortissima sulla raccolta dei dati.
Oggi stiamo vivendo un altro cambiamento totale.
Dopo l'annuncio di Apple e subito dopo di Google che ha dichiarato che non permetterà l'uso dei cookie di terze parti sul proprio browser, l'intera industry si è preoccupata, noi molto meno.
In pratica, è il cambiamento più importante da quando esiste internet e che impatterà su tutti gli attori del mercato digitale.
Ma non ci ha colti impreparati.
Come avete fatto?
Già qualche mese prima di questa dichiarazione da parte di Apple e Google, avevamo deciso di smettere di raccogliere i dati dei nostri utenti.
In primo luogo perché abbiamo raccolto già tanti dati in questi anni chiedendo il consenso esplicito e informato all'utente che non è più necessario averne altri, ma soprattutto abbiamo attivato delle modalità tali per cui riusciamo a mantenere questi dati freschi, validandoli grazie a delle survay e riusciamo a misurare l'efficacia delle campagne.
Quindi, il concetto è che non identificate gli utenti?
Il cambiamento è proprio quello, non andiamo verso la personalizzazione ma verso la personificazione.

Non dobbiamo collegare dei dati delle persone, ma identifichiamo il tipo di "persona" in un cluster e quindi mostriamo messaggi che siano adatti a quel profilo.
Non entriamo nei dettagli degli utenti, ma li conosciamo in base agli interessi. Inoltre, ogni utente può partecipare liberamente alla compilazione di un form e di rispondere a un questionario e quindi rilasciare le proprie informazioni.
I dati raccolti negli ultimi sette anni ci siamo resi conto che ci permettevano di avere delle caratteristiche degli utenti che non cambiano così rapidamente e questo è stato un vantaggio.
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