Agli italiani piacciono sempre di più i pagamenti digitali
Nel 2021 raggiunti i 327 miliardi di euro (+22%). La dinamica più importante riguarda i pagamenti tramite smartphone e dispositivi wearable in negozio, che superano i 7 miliardi di euro e raddoppiano il loro valore rispetto al 2020
In Italia i pagamenti digitali continuano a crescere con forza anche in un secondo semestre caratterizzato dallo stop del Cashback e raggiungono nel 2021 i 327 miliardi di euro, con una crescita complessiva nell'anno pari al +22% rispetto al 2020.
Protagonisti della dinamica del comparto si confermano i pagamenti tramite carte contactless, che raggiungono i 126,5 miliardi di euro, e quelli effettuati in negozio tramite smartphone e altri oggetti indossabili (oltre 7 miliardi di euro).

Queste alcune delle evidenze emerse dall'Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, presentate in occasione del convegno "Innovative Payments: the new normal".
"La pandemia da COVID-19 ha colpito molto duramente diversi comparti economici, ma non ha bloccato il mondo dei pagamenti elettronici", commenta Alessandro Perego, Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano (nella foto).
"Questi ultimi, infatti, hanno fornito ai cittadini italiani e non solo i mezzi per effettuare sempre più acquisti online nelle fasi di lockdown e sempre più pagamenti ?contactless' al momento delle riaperture dei negozi.
Nonostante questo, il divario nei confronti degli altri Paesi europei in quanto a transazioni pro-capite è peggiorato.
L'Italia, infatti, superata già nel 2019 dalla Grecia e nel 2020 dalla Germania, è scesa al 25° posto (su 27) nella classifica continentale e precede solamente la Romania e la Bulgaria, che hanno però crescite nell'anno superiori a quella italiana".
I pagamenti digitali nel secondo semestre del 2021
Il secondo semestre del 2021 ha perso uno dei driver della crescita rilevata nei primi sei mesi dell'anno: l'iniziativa del Cashback (adottata da quasi 9 milioni di italiani, circa il 18% della popolazione maggiorenne) è infatti stata inizialmente sospesa e poi definitivamente cancellata dal governo, a favore di misure di incentivo per i commercianti.
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