Sono 35.000 le società messe a rischio dagli investimenti per la transizione ecologica
Andrea Mignanelli (Cerved): per lo più aziende del Sud, con filiere a elevate emissioni come siderurgia, agricoltura, industria estrattiva. Il sistema produttivo può investire 20,6 miliardi di euro, un potenziale da rafforzare impiegando le risorse del PNRR
La svolta Green dell'Unione Europea rischia di essere un vero e proprio boomerang per le nostre imprese.
Sono infatti 35.000 le società italiane che potrebbero non reggere l'urto degli investimenti necessari a riconvertire i processi di produzione e uniformarsi agli obiettivi europei di emissioni zero al 2050.
La transizione è però, al contempo, anche una grande opportunità , con un potenziale di investimento di 20,6 miliardi di euro per la trasformazione sostenibile dell'industria del nostro Paese.

A dirlo è l'indagine "Il rischio di transizione nel sistema produttivo italiano" condotta da Cerved su 683.000 società di capitali, che coprono circa l'80% del fatturato totale delle aziende e 10 milioni di addetti complessivi.
I processi di riconversione richiederanno infatti ingenti investimenti per circa 57.000 società (l'8,4% del campione) che danno lavoro a 1,3 milioni di addetti e in cui si concentrano 285 miliardi di euro di debiti finanziari, poco meno del 31% di tutto il sistema delle imprese.
Di queste, 35.000 (il 5% del campione), stando agli score di rischio creditizio e ai bilanci, non avrebbero i fondamentali necessari per sostenere gli investimenti senza compromettere il proprio equilibrio finanziario.
"La transizione verso un modello più sostenibile - commenta Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved - è una straordinaria opportunità per promuovere un salto tecnologico all'interno del nostro sistema produttivo, ma implica dei rischi che dobbiamo conoscere e misurare, per guidare il cambiamento.
Sappiamo che per molte imprese questo passaggio sarà difficile, ma abbiamo anche stimato un potenziale di investimenti pari a 20,6 miliardi di euro da parte di 22.000 società con fondamentali sani, in settori che richiederanno trasformazioni profonde".
Questo potenziale potrebbe essere ulteriormente rafforzato impiegando in modo opportuno le risorse del PNRR.
"I fondi - continua Mignanelli - potrebbero essere usati per supportare processi di riconversione sostenibile di PMI con difficoltà finanziarie a causa del Covid, ma con prospettive interessanti, in grado di generare valore nel medio periodo".