In aumento i brevetti Made in Italy pubblicati in Europa
Andrea Prete (Unioncamere): il nostro Paese ha una capacità di innovazione importante non solo nei settori ad alta intensità di conoscenza ma anche in quelli tipici dell'Italian style
Tra poche settimane conosceremo il dato del quarto trimestre 2021 riguardo al PIL e avremo un quadro più completo delle dimensioni della ripresa, anche se gli osservatori e gli enti hanno anticipato dati molto ottimisti.
L'Italia cresce, ma purtroppo la pandemia ha fortemente limitato alcuni settori trainanti e fondamentali, come il turismo.
Speriamo che il 2022 possa rivelarsi migliore, anche se al momento non sembrano esserci le premesse.

C'è però un fatto fa ben sperare sempre riguardo al rilancio dell'economia del Paese: l'Italia innovativa, quella che fa ricerca e produce brevetti a livello europeo, sta crescendo.
Sono infatti 4.465 le domande di brevetto italiane pubblicate dall'European Patent Office (EPO) nel 2020, secondo l'analisi effettuata da Unioncamere-Dintec, il 5,3% in più dell'anno precedente.
Dal 2008 le invenzioni italiane protette a livello europeo sono state quasi 52mila e per quasi l'80% si devono a soggetti (imprese, enti di ricerca e persone fisiche) residenti nelle regioni settentrionali.
"I dati sui brevetti italiani in Europa - sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete - dimostrano che il nostro Paese ha una capacità di innovazione importante non solo nei settori ad alta intensità di conoscenza ma anche in quelli tipici dell'Italian style".

I settori delle "necessità umane" e delle "tecniche industriali e trasporti" assorbono più della metà della capacità innovativa made in Italy.
Nel primo rientrano i brevetti relativi ad ambiti diversi di attività: dall'agricoltura all'abbigliamento, passando per il tabacco e lo sport; il secondo ha a che fare, invece, con le tecnologie della manifattura e dell'automotive.
Rispetto al 2019, gli incrementi maggiori riguardano soprattutto alcuni settori che rendono l'Italia famosa nel mondo: +53% per le innovazioni riguardanti i prodotti tessili e la carta (passati da 75 a 114) e +10%, appunto, per le "necessità umane" (935 i brevetti pubblicati nel 2019, 1.033 quelli del 2020).