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22/12/2021

idee

I CdA delle PMI quotate hanno board maturi e con scarse competenze ESG

Maximilian Redolfi (Page Executive): età media 56 anni, 38% di donne e 4% di manager di origine straniera. Un quadro più rassicurante rispetto al passato, ma pochi consiglieri hanno esperienze di lavoro consolidate all'estero

Come sono composti oggi i Consigli di Amministrazione in Italia?
A rispondere a questa domanda è una survey di Page Executive, brand di PageGroup che si occupa di head-hunting di profili a livello di direzione funzionale, ruoli apicali e membri di CdA. Nello specifico, sono stati analizzati i board di 120 PMI quotate che compongono il segmento FTSE Italia Small Cap.
Tra i dati principali, lo studio prende in analisi la fascia d'età: i membri dei CdA hanno un'età media di 56 anni (53 le donne e 58 gli uomini). Il componente più giovane ha meno di 40 anni, mentre quello più maturo si aggira sui 67. Gli attuali membri sotto i 45 anni costituiscono l'11% del totale, quelli che ne hanno meno di 35, invece, compongono solo il 3% dell'insieme. In particolare, i settori in cui l'età media è più avanzata sono il settore chimico e i produttori di beni durevoli, mentre nelle società di servizi la fascia d'età diminuisce. Più grande è il board, più cresce anche il numero dei più giovani che ne fanno parte.
Lo studio manifesta che la metà del gruppo dei più giovani (il 3%) è caratterizzata da un membro della famiglia proprietaria.

Infatti, dai dati emerge che 50 Consigli di Amministrazione su 120 (ossia il 42%) includono almeno un membro della famiglia proprietaria e nel 34% dei casi questa persona ne è il presidente, mentre nel 20% ricopre il ruolo di Amministratore Delegato.
Per quanto concerne il genere dei componenti, l'indagine rileva una percentuale del 38% di donne su un numero totale di 947 componenti dei vari consigli. Nello specifico, nel 93% dei casi osservati ne è presente almeno una e nel 10% il numero di donne nel consiglio è superiore o uguale a quello degli uomini.
Tra i board analizzati, 14 donne ricoprono la posizione di presidente. In due casi sono allo stesso tempo CEO dell'azienda. Più bassa, invece, la concentrazione di donne soprattutto nell'ICT, nel Real Estate e nelle Costruzioni.
Secondo Maximilian Redolfi, Senior Partner di Page Executive, "emerge un quadro più rassicurante rispetto al passato di come queste aziende a piccola e media capitalizzazione stiano affrontando i loro percorsi strategici di internazionalizzazione e di crescita, ma sicuramente con qualche area di attenzione che andrà rafforzata negli anni a venire.

Il numero di donne nei CdA è in crescita e, anche se siamo ancora lontani dalla parità del 50%, emerge un quadro più equilibrato rispetto al passato. Vediamo board maturi, soprattutto in alcuni settori, in termini di età e anni di esperienza, che rappresentano senza dubbio un lato di forza in termini di maturità dei consiglieri e solidità delle loro esperienze, ma che può portare ad una carenza di innovazione, spinta prevalentemente dai giovani che sono più vicini ai progressi tecnologici. In alcuni settori l'età media si abbassa, ma in quelli più tradizionali rimane elevata".
Lo studio mostra inoltre che il 26% dei membri del Consiglio di Amministrazione ha studiato all'estero e il 39% ha fatto esperienze fuori dall'Italia, in molti casi, per periodi brevi di 1 o 2 anni. Su questi dati, vi è una diversa distribuzione tra uomini e donne: rispetto al 26% di coloro che hanno studiato all'estero, il 10% è composto da donne e il 16% da uomini. Mentre sul 39% di chi ha fatto esperienze oltre il confine italiano, il 13% è rappresentato dalle donne e il 26% dagli uomini.
Sulla tipologia di esperienze e studi, circa il 65% dei membri del consiglio ha un background manageriale, il 32% da consulente e solo il 2% da azionista in altre aziende - per 19 persone non è stato possibile trovare il dato.



Attualmente pochi manager hanno evidenziato nel loro CV competenze ESG (Environmental, Social, Governance) o digitali e tecnologiche: rispettivamente 26 e 21 membri, che rappresentano solo il 3% del campione osservato.
Infine, la ricerca si è focalizzata sulla provenienza dei componenti. Per quanto concerne la provenienza geografica il 93% è italiano e il 4% originario da un altro Paese.
"Pochi consiglieri - conclude Redolfi - hanno esperienze di lavoro consolidate all'estero, pochissimi per più di 1 o 2 anni. L'omogeneità nella provenienza geografica nel background culturale denota ancora scarsa attenzione alla diversity, su cui si rende necessario intervenire al più presto. La composizione di CdA con limitate competenze specifiche in ESG e in trasformazione digitale mostrano un quadro complessivo in evoluzione, ma non ancora del tutto atto ad affrontare le sfide di sostenibilità ambientale e sociale, oltre che quelle tecnologiche che il mercato di oggi richiede. Permane la necessità di rafforzare i CdA dando maggiore spazio alla diversity, al fine di colmare gli ampi gap di competenze ancora presenti".


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