Secondo Adam Farkas, Chief Executive di AFME, "con il graduale miglioramento delle condizioni economiche, è fondamentale che le società più piccole non quotate e le midcap in Italia e in altri Paesi dell'Unione Europea, dotate del potenziale per guidare la crescita economica, abbiano accesso ad ampio nuovo capitale da investire nell'innovazione e nella loro crescita futura.
Per affrontare questa sfida saranno necessari tipi e fonti di finanziamento alternativi.
Mentre alcuni Stati membri dell'UE, tra i quali Francia, Spagna e Paesi Bassi, hanno recentemente lanciato piani e strumenti nazionali a sostegno della ricapitalizzazione delle imprese, AFME continua a vedere un valore significativo nello sviluppo di un quadro di strumenti di ricapitalizzazione a livello dell'Unione Europea che potrebbe essere implementato in Italia in particolare e in altri Stati membri dell'UE".
Marcello Bianchi, vicedirettore generale di Assonime, ha aggiunto: "Le imprese europee avrebbero bisogno, soprattutto in questa fase economica, di un mercato dei capitali veramente integrato e di un sistema di regole e vigilanza più aperto e flessibile nei confronti delle nuove forme di accesso al mercato e di raccolta di capitale di rischio.
Lo studio dell'AFME offre un contributo importante in questa direzione, suggerendo un percorso ambizioso ma realistico per lo sviluppo di un mercato europeo di strumenti standardizzati di quasi-equity, che potrebbe essere di particolare interesse per le imprese italiane che hanno difficoltà di accesso al mercato dei capitali".
Paolo Garonna, Segretario Generale, FeBAF (Federazione Banche, Assicurazioni e Finanza), ha dichiarato: "Le proposte di AFME vanno nella direzione giusta.
Dopo l'urgenza di 'ricapitalizzare' le imprese colpite dalla pandemia, è ora il momento di realizzare strumenti finanziari di ?capitalizzazione' di medio-lungo termine.
Come FeBAF, insieme alle nostre associate, stiamo lavorando proprio su questi strumenti per consentire alle nostre imprese di interpretare la transizione digitale e verde come opportunità di crescita".
Il report presenta una panoramica degli aspetti chiave degli strumenti ibridi per la contabilità patrimoniale, il trattamento fiscale e il trattamento in caso di insolvenza.
Inoltre, illustra una sintesi delle considerazioni sugli aiuti di Stato che saranno probabilmente presi in considerazione nel valutare l'introduzione di tali strumenti ibridi contabilizzati alla stregua degli strumenti rappresentativi di capitale ai fini della conformità con i requisiti UE sugli aiuti di Stato.
Infine, un esempio generico di term sheet che delinea le caratteristiche dello strumento proposto, utilizzabile come riferimento per la discussione con funzionari pubblici, investitori ed emittenti corporate midcap/PMI.
AFME auspica che questo report fornisca un utile riferimento per i decisori pubblici italiani e tutti gli stakeholder interessanti nella realizzazione di nuovi strumenti ibridi per le PMI così che aziende e investitori potranno continuare a collaborare per identificare soluzioni adeguate alla ricerca di capitali di investimento in questa fase di ripresa economica.
Il report di gennaio aveva stimato che l'Europa potrebbe avere un gap di risorse pari a 450-600 miliardi di euro in capitale proprio e ibrido per prevenire il fallimento delle imprese nella fase della graduale riduzione delle misure di sostegno statale.
Negli ultimi mesi il governo francese ha lanciato un programma di debito subordinato senza diritto di voto e sovvenzionato dal governo del valore di 20 miliardi di euro a favore delle PMI e delle mid-cap, utilizzando le specifiche strutture "Subordonnées" e "Prêts Participatifs" della Francia.
Anche il governo spagnolo ha lanciato un fondo del valore di 1 miliardo di euro per la ricapitalizzazione delle aziende che hanno registrato impatti dal COVID-19 destinato a piccole imprese (esiste un fondo separato di 10 miliardi di Euro per le imprese strategiche, un fondo di 7 miliardi di euro a sostegno dei pagamenti e un altro fondo di 3 miliardi di euro.
Anche il governo olandese ha lanciato un programma di sostegno ai prestiti subordinati per le PMI da 400 milioni di euro.
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