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01/12/2021

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I team amministrativi devono guidare flessibilità e innovazione nel business aziendale

Mariano Dima (Soldo): sono ancora troppe le imprese che operano con sistemi manuali di spend management inadeguati a tracciare le spese in tempo reale. Si sprecano tempo e risorse strategiche

Il 70% delle PMI europee sta puntando sulla crescita nei prossimi 12 mesi, e il 44% afferma che la propria strategia sarà tesa a raccogliere nuovi capitali, mentre il 33% che si aspetta di crescere attraverso fusioni e acquisizioni (M&A). Sono queste le evidenze più interessanti emerse dalla ricerca commissionata da Soldo, piattaforma europea di spend management, a Coleman Parkes, istituto di ricerca internazionale che ha intervistato oltre 900 CFO, di cui il 22% in Italia, e dirigenti finanziari delle piccole, medie e grandi imprese europee.
Il "Super Bloom" (super fioritura) è un fenomeno naturale che si verifica solo in rare circostanze nei territori desertici, dove migliaia di semi giacciono dormienti per anni per poi germogliare insieme al verificarsi di determinate circostanze: e sono grandissime le similitudini con il mood imprenditoriale di questo autunno, che si allontana progressivamente dalla mentalità di sopravvivenza per accelerare sulla ripresa.
Gli intervistati, tutti, lo hanno molto chiaro in mente: è una grandissima sfida quella che aspetta il tessuto imprenditoriale europeo, Italia inclusa.

Ma affinché le aziende capitalizzino veramente questo rinnovato ottimismo, i team amministrativi dovranno dimostrare una grande consapevolezza sul ruolo cruciale che li attende come agenti di cambiamento, guidando l'agilità e l'innovazione in tutto il business.

Crescita di M&A e assunzioni di dipendenti


Il bilancio degli ultimi 12 mesi segna comunque dati molto differenziati sul fatturato: è cresciuto del 10% per il 18% delle aziende italiane, e per il 20% in misura di poco inferiore a quella quota, primato di crescita condiviso solo da Belgio e Lussemburgo, seguiti da Francia e Germania e in fondo da UK (con 14%). Per il 22% delle aziende italiane, il dato più alto in Europa, è rimasto invariato, mentre è calato per il 40% delle italiane, contro il 42% delle tedesche, una media vicina al 38% degli altri Paesi e con la quota più bassa, pari al 30% per l'Olanda. Negli ultimi 18 mesi il 74% delle aziende europee (72% Italia) ha operato una strategia di taglio dei costi (ma la quota di taglio moderato è vicina al 50%).
Sui trend dei prossimi 12 mesi, una azienda italiana su 4, dato in linea con i principali Paesi europei (tranne UK, dove solo una su 5) si dice impegnata in un'operazione straordinaria di M&A e il 66% si aspetta una crescita nel numero dei dipendenti (di cui il 24% superiore al 10%) - con circa 10 punti percentuali meno rispetto al resto di Europa ancora più ottimista, tranne Olanda al 58% - mentre il 14% attende una sua riduzione e il 20% non immagina alcuna variazione.

Per il 69% la crescita riguarderà il fatturato (contro un dato medio EU del 74%), che per il 46% sarà inferiore al 10%, per il 23% superiore al 10, per il 14% in calo rispetto all'anno precedente mentre solo il 17% delle aziende italiane non prevede scostamenti. Il resto dell'Europa si attesta su posizioni più ottimistiche, con medie più alte sul fronte della crescita.
I team di Finanza & Controllo europei hanno poi valutato a posteriori le stime preparate nel 2020 per l'anno che sia avvia a chiudersi: il 48% ritiene di avere sovrastimato la crescita (44% in Italia di cui il 14% per eccesso importante); il 40% - che diventa 47% in Italia - di averla stimata correttamente o il 10% (7 in Italia) di averla sottostimata.

Spend management: Italia fanalino di coda


Gli obiettivi chiave del nuovo anno sono per tutti la crescita (45% contro 41% Italia), l'aumento dei profitti (39%), e il lancio di nuovi prodotti, area che vede l'Italia insieme alla Germania superare gli altri Paesi che hanno una media del 34%. Una altra voce molto alta in Italia è quella della resilienza, cruciale per un quarto dei rispondenti, con percentuali molto più basse nel resto dell'Europa.


Sul ruolo degli strumenti offerti dal PNRR in materia di digitalizzazione dei reparti di Finanza & Controllo, sono molte le differenze. L'Italia è un fanalino di coda insieme a Francia nell'automazione dello spend managent, con solo il 59% delle aziende già strutturate rispetto ad una media del 62% in Europa. Ma chi ha investito in servizi di gestione evoluta delle spese dichiara un forte beneficio: soprattutto sul fronte delle risorse umane coinvolte, che si sono ridotte nel numero, ma sono state riqualificate su mansioni diverse. Concordi invece tutti i CFO sui vantaggi che la digitalizzazione deve garantire: la semplicità di utilizzo, l'efficienza dei costi e l'abilità di avere nuove chiavi di lettura e di interpretazione dei dati.
"Siamo un'azienda sempre in movimento con il 95% del nostro fatturato generato all'estero", commenta Giovanni Grassi, Corporate Finance Director di Trevi Spa, che insieme ad altri 900 colleghi di grandi e grandissime aziende internazionali ha partecipato alla ricerca. "La pandemia ha stravolto il nostro modo di lavorare, considerando che le trasferte sono la nostra quotidianità.


La tipologia del nostro business è soggetta a rischi di mercato, in particolare legati alle materie prime e al loro costo nelle diverse geografie del mondo. Una gestione efficace del flusso di cassa è per noi fondamentale perché qualsiasi limitazione della catena di approvvigionamento ha un impatto diretto sulla capacità di fare affari. La digitalizzazione di tutto lo spend management, che noi eseguiamo con Soldo, è stata e sarà sempre più fondamentale per sostenere la nostra crescita in questa costante volubilità dello scenario globale".

Più controllo e supervisione migliorano le entrate


A dimostrazione dei cambiamenti operativi introdotti con la pandemia e poi mantenuti come permanenti, il 77% dei CFO afferma di avere aumentato la frequenza della pianificazione e la sua verifica, sottolineando la necessità comune di una visione olistica della spesa in tutte le aziende.
Il rapporto evidenzia anche che il 72% dei CFO europei crede che una maggiore visibilità, controllo e supervisione delle spese abbia un impatto positivo sulla crescita delle entrate. Nel prepararsi a questo, dipartimenti amministrativi si stanno concentrando su investimenti in tecnologia, e in particolare verso strumenti di automazione.


Due terzi degli intervistati (66%) cita gli investimenti in tecnologia IT e automazione come fattori chiave della redditività, mentre quasi tre quarti (74%) ha già scelto di investire in automazione per gestire le spese dei dipendenti - campo in cui Soldo è leader -, con un 71% che lo ha fatto per gestire le spese di marketing e pubblicità.
Ma riconosce anche che le sfide alla crescita non possono essere risolte solo dalla tecnologia, con il 66% dei CFO che lamenta la ancora scarsa comunicazione tra il team amministrativo e il resto dell'azienda come una barriera, insieme a quella con il board (64%).
Josh Bell, General Partner di Dawn Capital aggiunge: "Le imprese che mirano a rimettersi sul binario della crescita dopo la pandemia, o raccogliendo capitale o attraverso acquisizioni, prima di tutto hanno bisogno di semplificare tutta la confusione finanziaria, che si tratti di bilanci, carte di credito, note spese, per concentrarsi su ciò che è importante nel business. Un'altra sfida chiave è capire come spendere saggiamente il denaro per la crescita. La più grande opportunità persa che vediamo è quella in cui le aziende raccolgono enormi somme di denaro ma non le spendono in modo appropriato su aree vitali come il talento perdendo la crescita".



Secondo Mariano Dima, Presidente di Soldo, "con così tante PMI in Italia e in Europa orientate alla crescita, la pressione principale ricade sui team amministrativi e finanziari per garantire una visione olistica della spesa, controllare i costi e implementare sistemi che forniscano all'azienda un livello di conoscenza dei dati in tempo reale, essenziale per guidare la crescita in qualsiasi scala avvenga. Ma senza gli strumenti giusti, i dipartimenti amministrativi sprecheranno senza dubbio tempo prezioso che potrebbe essere speso meglio in iniziative a pieno sostengo della crescita strategica".
Tuttavia, la ricerca ha anche scoperto che solo il 30% delle aziende prevede di concedere ai dipendenti più flessibilità in materia di spese, un risultato non positivo, ma non sorprendente considerando che sono ancora troppe le imprese che operano con sistemi manuali di spend management inadeguati a tracciare le spese in tempo reale.


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