Commodity: la scarsa disponibilità peserà sui mercati e la crescita globale
Il report curato da Daniela Corsini, CFA e Senior Economist Direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, rivela nella scarsità delle materie prime uno dei prossimi gravi problemi a livello internazionale
Nonostante diversi fattori alimentino pressioni al ribasso, i prezzi della maggior parte delle materie prime sono ben sostenuti, grazie a mercati fisici tesi. La scarsità di offerta resta infatti un problema significativo in molte filiere.
La mano invisibile del mercato riuscirà gradualmente a ripristinare l'equilibrio, poiché le elevate quotazioni stanno sollecitando una risposta sul fronte dell'offerta, mentre l'erosione della domanda e i progressi tecnologici potrebbero frenare i consumi di alcune materie prime.

Tuttavia, questi processi di adeguamento richiederanno tempo e dovremmo prepararci a quotazioni delle materie prime che si mantengano su livelli superiori alla media a cinque anni per un periodo prolungato.
Questo è ciò che emerge dal report trimestrale sulle commodity curato da Daniela Corsini, CFA e Senior Economist Direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo.
Ma procediamo con ordine all'interno del report.
L'estate 2021 è stata ricca di sorprese.
In primo luogo, la diffusione della variante Delta del virus, più contagiosa, ha reso necessarie nuove chiusure in diversi Paesi e ha rallentato la ripresa economica.
In secondo luogo, lo scenario macroeconomico ha evidenziato alcuni segnali di debolezza, dovuti sia a colli di bottiglia logistici, che hanno rallentato l'attività delle filiere produttive globali, sia a un temporaneo aumento dell'inflazione, che ha acuito i timori dei mercati finanziari riguardo le tempistiche del tapering della Fed.

In particolare, l'incertezza sulla prossima adozione di politiche monetarie più restrittive e un rafforzamento del dollaro americano superiore alle attese hanno rappresentato ostacoli per molte materie prime.
In terzo luogo, in Cina le Autorità hanno portato avanti le preannunciate riforme volte a raffreddare i mercati del credito e il settore immobiliare e a ridurre l'inquinamento atmosferico.
Le misure adottate hanno avuto un diretto impatto negativo sulla crescita cinese - evidenziato da un rallentamento superiore alle attese nei dati di produzione industriale e negli indici PMI - e, di conseguenza, sulla domanda cinese di materie prime.