Come impostare il lavoro ibrido in una organizzazione
Filippo Giannelli (ServiceNow): le imprese che garantiscono ai dipendenti la giusta esperienza digitale miglioreranno l'engagement, la produttività e preserveranno la business continuity
Settembre 2021, il pianeta continua a lottare per uscire da una pandemia globale che ha duramente messo alla prova il tessuto lavorativo e la sopravvivenza delle aziende.
Le organizzazioni si muovono ormai a diverse velocità, a seconda del proprio livello di digitalizzazione, ma anche in conseguenza a come i dipendenti stanno gestendo le attività lavorative e soprattutto, da dove.
Il mondo del lavoro è infatti diventato ibrido, una parte della forza lavoro ha fatto ritorno nei propri uffici all'interno delle aziende, ma molti continuano a svolgere le attività da remoto e continueranno a farlo, in una logica di postazioni a rotazione e modelli di lavoro distribuiti.

Di sicuro la pandemia ha accelerato l'assimilazione di un concetto che altrimenti avrebbe preso piede molto più lentamente: oggi non è importante dove il lavoro si svolge, può essere in un ufficio, in un negozio, in una fabbrica in mezzo ai macchinari, in ascensore o su un taxi, ciò che conta è che l'esperienza legata al lavoro sia positiva, proprio perché questo è diventato ibrido, assottigliando sempre di più il confine tra vita privata e lavorativa e tra gli strumenti che vengono utilizzati.
Se le persone già prima ricercavano un'esperienza "consumer" sul luogo di lavoro, ora l'immediatezza degli strumenti lavorativi è diventata un punto cruciale e un fattore di competitività.
Il lavoro è ovunque i dipendenti vogliano o abbiano bisogno, su qualsiasi schermo o dispositivo digitale preferiscano.
Ogni azienda deve quindi essere in grado di fornire una grande esperienza ai propri dipendenti e i workflow sono gli abilitatori del processo che fornisce ai dipendenti quei servizi e quelle esperienze di cui hanno bisogno, per svolgere il proprio lavoro in maniera continua ed efficiente.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
