Nel 2020 tra le piccole imprese quasi una su due ha cambiato modo di fare business
Gianluca Stamerra (GoDaddy): abbiamo rilevato un progressivo miglioramento nell'adozione di strategie digitali sebbene ci siano ancora ulteriori margini di miglioramento. Specialmente se ci confrontiamo con l'Europa
Dal 21 febbraio del 2020, giorno della scoperta del primo paziente affetto da COVID-19, è cambiato tutto o quasi.
In 14 mesi l'impatto sul mondo del lavoro è stato pesantissimo, soprattutto per micro, piccole e medie imprese (PMI), che si sono trovate frequentemente - e in pochissimo tempo - a dover rivedere il loro modo di fare business, anche se consolidato nel tempo.

Ciò ha significato spesso dover utilizzare nuovi modelli di vendita e canali di comunicazione con i clienti.
Questo è quanto emerge dall'ultimo Osservatorio sulle piccole imprese di GoDaddy, che quest'anno si arricchisce di un'analisi che mette a confronto la realtà italiana con quella di altri tre Paesi europei: Germania, Francia e Spagna.
Sono circa 5.100 le imprese con un numero di dipendenti tra uno e 49 che hanno partecipato allo studio promosso da GoDaddy e condotto dalla società di ricerca Kantar.
Nel dettaglio, l'indagine ha coinvolto 1.201 attività tedesche, 1.303 imprese spagnole, e 1.300 business sia in Italia che in Francia, analizzando un campione equamente diviso tra attività B2B e B2C in tutti i Paesi.
Scopriamo di più sui principali risultati emersi dall'Osservatorio GoDaddy 2021.
La ricerca ha rivelato che la diffusione del COVID-19 ha avuto effetti negativi sul business sulla maggior parte delle imprese che hanno partecipato all'indagine, anche se ha accelerato il processo di digitalizzazione e spinto molte attività ad adottare nuovi modelli di vendita.