Ma mentre nel nord Europa questo si concretizza con una riduzione dei tempi degli incarichi, che sono in prevalenza full time, in Italia si registra un progressivo aumento delle missioni di Temporary management part-time, che ormai hanno superato il numero di quelle full-time".
"L'aumento progressivo dei contratti part-time in Italia, modalità presente da almeno una decina di anni in Italia, è dovuto al fatto che sempre più PMI sono interessate ad usare la figura del Temporary manager con l'obiettivo di contenere i costi", afferma Federico Ferrarini, Presidente di Leading Network (nella foto).
"Dalla ricerca emerge inoltre l'accentuata presenza nel mercato italiano, rispetto a quello europeo, delle missioni relative allo sviluppo del business, spinte probabilmente dagli incentivi statali a riguardo.
Gli incentivi, infatti, possono fare da volano all'uso e agli interventi di temporary management che si ritengono più strategiche per lo sviluppo delle aziende".
Il profilo del Temporary Manager in Italia a confronto con gli altri Paesi
Partiamo dall'età .
Ha in media 56 anni (in linea con l'Europa), mentre i Temporary Manager più giovani sono in Austria e Polonia, dove la media è di 49 anni.
Hanno maturato un'esperienza di 6,5 anni come professionisti ad interim ricoprendo ruoli da Top manager C-level o superiore.
I più "esperti" sono gli svizzeri (11,4 anni) e i manager UK (10,3).
La durata media di un incarico a tempo in Europa è di 11,4 mesi, mentre in Italia è di 14,4 mesi, anzi alcuni durano oltre 2 anni con la formula part-time
Analizzando i ruoli ricoperti, a livello europeo i primi cinque riguardano il board/direzione generale (32%), le operation (9%) le risorse umane (9%), il finance (8%), e le vendite (6%).
In Italia la richiesta è molto più alta nelle posizioni che riguardano il board/direzione generale (47%), nelle operation (16%) e nelle vendite (9%), anche se si è ben al di sotto della media europea nelle risorse umane (solo il 3%).
Tra le criticità che i manager italiani hanno dovuto affrontare nei loro ultimi incarichi si evidenzia al primo posto la Gestione del cambiamento, indicata dal 15% degli intervistati, una tematica che però coinvolge i manager di quasi tutti i Paesi europei.
Seguono lo sviluppo del business (9%) e l'ottimizzazione dei processi (8%).
Per dare un'ulteriore panoramica sul mercato nel 2020, è stato chiesto di riportare i dettagli del loro ultimo incarico.
L'industria privata ha rappresentato ben il 90% degli incarichi temporanei in Europa, mentre in Italia il settore pubblico e non profit rappresenta solo il 2% (ultimo tra tutti i paesi).
Tra i settori principali di attività , il Bel Paese si distingue nettamente per la percentuale più alta nella Metalmeccanica (35%), contro una media europea dell'11%.
Sul fronte delle dimensioni aziendali, in Italia ben il 60% dei Temporary Manager ha lavorato presso aziende con meno di 100 dipendenti, contro una media europea del 31%; solo la Spagna ci supera con il 64%; questo dipende principalmente dal tessuto economico italiano e spagnolo composto prevalentemente da piccole-medie imprese.
Tradizionalmente i Temporary Manager italiani per proporsi sul mercato si sono affidati a due principali canali: il network personale, indicato dal 41% del campione, seguito dalle società specializzate nei servizi di temporary management (17%).
Quale tariffa professionale gli sta riconoscendo il mercato?
Considerando che non esiste un "Temporary Manager medio" e che quindi le diverse professionalità possono discostarsi da una indicazione media, la tariffa giornaliera media fatturata nell'ultimo incarico è di 674 euro al giorno (prezzo netto, escluse le spese e l'IVA), l'Italia è tra i Paesi con il costo più basso, con un valore nettamente inferiore alla Svizzera (1.385 euro) e alla Germania (1.198 euro).
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