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10/03/2021

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Il digitale per tutti, soprattutto per la PA. O forse no - Punto e a capo Gigi Beltrame

Le App governative dovevano diventare obbligatorie il primo marzo, ma...

Il digitale è parte integrante della vita di ciascuno di noi, ma non per la PA.
Il primo marzo doveva partire il progetto della Ministra Pisano per cui l'Italia sarebbe diventata, finalmente, digitale, come descritto nel decreto semplificazioni della Presidenza del Consiglio di luglio 2020.
Il progetto prevedeva che per servirsi dei servizi della Pubblica Amministrazione si doveva accedere attraverso un'unica App: IO.
Per capirci, per richiedere un documento, un bonus, un sussidio e quant'altro ci sarebbe stato un unico punto di accesso.
Ma non solo, per essere riconosciuti come cittadini e quindi utenti, si doveva adottare lo SpiD, il sistema pubblico di identità digitale.
E, per concludere, per pagare qualcosa alla Pubblica Amministrazione si sarebbe usato la soluzione PagoPA.
La cosa assurda, al di là di un governo che cambia nel frattempo, è che de "l'Italia a portata di clic" non solo non se ne parla più, ma non ci si è preso nemmeno la briga di prorogare i tempi per il passaggio al digitale.


L'elenco delle PA che non sono pronte è lungo, ma forse vale la pena ricordare che molte sono arrivate alla scadenza avendo terminato il passaggio, anzi, qualcuno più virtuoso già da tempo utilizza integralmente questi sistemi.
Qualcuno si è spinto a dichiarare che il diritto ad internet è stato negato ancora una volta, ma in realtà bisogna fare i conti con una complessità della macchina statale che difficilmente può cambiare in tempi ragionevoli e di certo non per decreto.
Nel frattempo, anche il commissario Arcuri è stato sostituito, quello che tra le tante cose sponsorizzava l'App Immuni e a capo del Ministero dell'Innovazione siede ora Vittorio Colao.
Il Presidente Mario Draghi punta molto sul digitale: il Paese ha fatto un passo in avanti, nel senso che i cittadini e aziende hanno fatto il proprio dovere.
Non è con una lotteria degli scontrini che si valuta il livello di digitalizzazione, ma il fiorire di sistemi per "ingannare" il sistema dimostra che il livello digitale si è ampiamente alzato.
Ora è lo Stato che deve fare uno scatto in avanti.




Vi segnalo che il 19 marzo, alle 14.30, terrò un webinar all'interno della Milano Digital Week dal titolo "Digitale: è davvero equo e davvero sostenibile?".
Non mancate.


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