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17/02/2021

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Se comanda l'ignoranza - Recensione di Sotto il segno dell'ignoranza di Paolo Iacci

Una volta l'ignoranza era causa di vergogna, mentre ora viene ostentata come motivo di vanto, sinonimo di schiettezza, onestà e vicinanza ai problemi della gente. Errore gravissimo che paghiamo salato

Curioso, per non dire beffardo, segnalare l'ultimo scritto di Paolo Iacci, "Sotto il segno dell'ignoranza", edito da Egea nella settimana in cui tutti noi confidiamo vada a buon fine il tentativo di Mario Draghi di costituire Un governo autorevole per guidare il Paese fuori dal dramma COVID-19.
In effetti è proprio così: non esiste persona più qualificata ed autorevole che, unitamente alle sue capacità e conoscenze, trasmetta al cittadino e all'Istituzione l'idea della competenza.
Lo scritto di Iacci descrive in modo spietato e senza alcuna remora ciò che in 20anni ci ha portato al trionfo e alla glorificazione dell'ignoranza, al distruggere ed emarginare chi, per i suoi metodi e meriti, possa essere riconosciuto come una persona competente.
Un viaggio che mette a nudo quanto povero sia il nostro Paese, quali responsabilità tutti noi abbiamo, chi più chi meno, nell'aver assecondato una rivoluzione strisciante che ci ha portato allo spettacolo cui assistiamo. Non solo, ed è di per sé molta grave e imbarazzante della politica, ma anche della scuola, della famiglia e dell'economia.

Per non dimenticare l'informazione.
Come spiega l'autore, "la competenza pare aver abdicato a favore dell'ignoranza che, anche grazie agli strumenti di comunicazione messi a disposizione dalla rete, si è conquistata un'inedita capacità di «farsi sentire». Approfittando della volontà di cambiamento che spira nel Paese, questa tendenza è riuscita a farsi largo tra la classe dirigente e nel confronto pubblico: in politica così come nei media l'astio verso i tecnici e gli esperti, ormai culturalmente dominante, impedisce spesso l'espressione libera e pacata del pensiero meritocratico. Una volta l'ignoranza era causa di vergogna, mentre ora viene ostentata come motivo di vanto, sinonimo di schiettezza, onestà e vicinanza ai problemi della gente, e chi difende il merito e crede che la competenza sia un elemento fondamentale per coprire posizioni di vertice è messo sotto attacco".
Come se ne esce, allora? Prima di tutto rivalutando culturalmente le competenze (ed in questo senso la scelta di Mattarella con Draghi costituisce un ottimo spot). Ma non solo. Occorre dichiarare guerra all'ignoranza diffusa, esigere tutti che chi non sappia ed ostenti sapere ed arroganza sia smascherato e messo all'indice (metaforicamente s'intende).

Nessuno deve aver paura di dire "Tu non sai di cosa stai parlando".
E' un percorso, tornando seri, che deve passare attraverso il rilancio della scuola, l'investimento in conoscenza e strutture per poter vivere l'apprendimento non come un parcheggio quotidiano ma come un'opportunità irripetibile.
Occorre rilanciare il ruolo della famiglia e la sua capacità anche critica di trasmettere valori (la fase del dialogo e della comprensione ha generato buona parte dell'onda devastante che vediamo abbattersi su di noi).
Infine anche le imprese e l'economia. Il merito deve tornare ad essere riconosciuto e ricercato, non solo a parole; occorre investire nel sapere e nel rileggere il concetto stesso di fallimento. Sbagliare è umano, dice un adagio.
Imparare dai propri errori un insegnamento fondamentale
.
Anche nelle imprese.

Titolo: Sotto il segno dell'ignoranza
Autore: Paolo Iacci
Editore: Egea
Pagine: 183

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