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17/02/2021

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Comparti del design Made in Italy e del mobile sono tra i più colpiti dalla pandemia

Secondo uno studio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, al forte calo dei consumi di arredo da parte delle famiglie si è accompagnata anche una contrazione degli acquisti da parte delle aziende italiane

Quello del mobile è stato tra i settori più penalizzati dalla crisi sanitaria nel 2020. Lo rivela uno studio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
Alla vigilia della crisi sanitaria le imprese del comparto del Mobile mostravano un andamento positivo del fatturato ed evidenziavano un profilo di crescita in termini di patrimonializzazione e di liquidità.
Il comparto, dove operavano circa 18.600 imprese per un totale di oltre 130.000 addetti e quasi 23 miliardi di euro di fatturato (dati al 2018), rappresentava il quarto settore italiano per saldo commerciale che ammontava a 7,6 miliardi di euro al 2019. Larga parte dell'avanzo commerciale italiano nel settore (76%) viene espressa dai distretti industriali in cui trovano impiego circa il 60% degli addetti del settore del mobile.
Le misure di contenimento dell'epidemia, con la chiusura delle attività produttive e commerciali, hanno avuto un enorme impatto sul settore che si è trovato ad essere tra i più penalizzati dalla crisi. Al forte calo dei consumi di arredo da parte delle famiglie, infatti, si è accompagnata anche una contrazione degli acquisti di mobili da parte delle aziende italiane, in particolare quelle legate al comparto dell'Hospitality, uno dei settori più colpiti dal COVID-19, mettendo in difficoltà il segmento contract (forniture per alberghi, bar e ristoranti, uffici, esercizi commerciali, settore navale e ospedaliero).


Confrontando l'andamento del fatturato del mobile italiano con altri competitor europei si evince che il comparto ha subito a marzo la contrazione più consistente nel nostro Paese, tra i più colpiti dall'epidemia dalla fine di febbraio e in cui sono state adottate misure di contenimento del virus più restrittive e in anticipo rispetto ad altri Paesi europei.
Nei mesi estivi con la riapertura delle attività, il Mobile tuttavia ha iniziato a mostrare segnali di ripresa ed è uno dei pochi comparti a registrare il ritorno in positivo del fatturato (+1,9% la variazione tendenziale di luglio, -8,2% il Manifatturiero). La ripresa del settore si è fatta più intensa ad agosto (+51%) e settembre (+16.5%), portando il terzo trimestre a chiudere con una crescita del fatturato del 16%, un dato nettamente migliore rispetto alla media manifatturiera, ancora in calo. Il recupero è proseguito in ottobre evidenziando una variazione tendenziale dell'8,3% (- 4,9% il Manifatturiero). Sul mercato interno le vendite di arredi, dopo il crollo di marzo-aprile, hanno sperimentato un lento risveglio che ha portato il Mobile a registrare a ottobre un risultato positivo (+4,6%) inserendosi nel paniere dei comparti più attivati dai consumatori dopo l'Elettronica, gli Elettrodomestici, gli Alimentari e l'Utensileria per la casa.


Sul fronte estero, con la ripresa del commercio mondiale dopo il lockdown, le esportazioni del settore hanno ripreso a crescere (agosto +4,6% e settembre +11,5%) con il dato complessivo del terzo trimestre che registra un aumento del 2%. In ottobre, tuttavia, si evidenzia una contrazione delle vendite estere (-4,7%), nonostante un ritorno in positivo delle esportazioni in molti paesi europei ed extraeuropei (tra cui Stati Uniti e Francia, importanti mercati di sbocco per il settore). A livello di distretti, dopo le difficoltà del primo semestre dell'anno, si è assistito a un recupero delle esportazioni settoriali nel terzo trimestre 2020, con il ritorno in positivo della maggior parte dei poli produttivi del comparto. Nel complesso le esportazioni distrettuali hanno sperimentato una crescita del 4,5% nel terzo trimestre, un ritmo doppio rispetto a quello nazionale. Tra questi vi sono i principali distretti del settore (Treviso, Pordenone e Brianza), le cucine di Pesaro, l'Imbottito della Murgia e, soprattutto, l'Imbottito di Forlì, che, sostenuto da un forte exploit di vendite nel terzo trimestre dell'anno (+45,5%) maturato in particolare in Francia e Cina, ha portato il bilancio dei primi nove mesi dell'anno in territorio positivo (+8,7%).


La ripresa riguarda quasi tutte le principali destinazioni dell'export dell'arredo ma, in generale, i distretti del mobile sono tornati a crescere nei loro principali sbocchi commerciali (Francia, Stati Uniti e Germania).
La ripresa del settore è proseguita a novembre con una crescita sia del fatturato sia delle esportazioni (rispettivamente +11,7% e +3,1% la variazione tendenziale), tuttavia le vendite al dettaglio hanno subito una contrazione (-12,8% tendenziale) frenate dalle nuove misure di contenimento del virus. L'ottima capacità di ripresa emersa nei mesi estivi non consente alle imprese del settore di recuperare quanto perso durante il lockdown. Nella media dei primi undici mesi 2020 il fatturato del settore perde ancora l'8,9 % rispetto allo stesso periodo del 2019.
La crisi sanitaria ha messo a dura prova il settore che si trova ad affrontare molte nuove sfide. Occorre pensare alla ripartenza cercando di far leva sui punti di forza che caratterizzano il design Made in Italy: dalla strategia della filiera corta e radicata nel territorio (con una supply chain capace di adattarsi a eventi esterni e localizzata in prossimità, come nelle aree distrettuali italiane), alla specializzazione del settore nell'alto di gamma in quasi tutti i comparti, decisiva per competere sui mercati internazionali.



Le filiere saranno sempre più strategiche per la ripartenza del settore come strategici saranno i distretti che hanno fatto del radicamento locale la loro cifra distintiva. La filiera dell'Arredo è presente in tutta Italia ma altamente concentrata nei distretti produttivi che continuano ad offrire vantaggi localizzativi, sia per le imprese più piccole sia per le aziende più grandi e strutturate. Il canale digitale poi si conferma un elemento fondamentale per poter aggredire importanti mercati esteri interessati alla produzione d'alta gamma del design italiano. La quota delle vendite online all'estero (10% dell'export complessivo di mobili nel 2019), anche a causa dell'annullamento delle fiere e dei viaggi meno frequenti, sembra destinata a crescere.
L?eCommerce, che rappresenta uno dei driver di crescita per il settore, ha conosciuto una forte accelerazione nella prima parte del 2020 e, secondo le rilevazioni dell'Osservatorio B2C del Politecnico di Milano, l'e-commerce di prodotto, in particolare, ha avuto l'incremento più elevato raggiungendo i 23,4 miliardi di euro nel 2020 (+31%, 5,2 milioni di euro in più rispetto al 2019).


Tra i comparti emergenti che sperimentano una forte accelerazione figura l'arredamento e home living, con un giro d'affari di 2,4 miliardi di euro e un indice di crescita che si attesta intorno al 32% rispetto al 2019.
Un altro importante driver per la ripartenza del settore è la sostenibilità ambientale. Il settore ha iniziato a cogliere con sempre maggiore consapevolezza le opportunità derivate dalla Green economy e dai modelli di sviluppo legati all'economia circolare. La competitività del settore sui mercati esteri si gioca anche ripensando i processi produttivi in chiave sostenibile e corredando i prodotti con le opportune certificazioni qualitative e ambientali richieste in molti Paesi avanzati, soprattutto nel settore contract.
Nell'ambito del segmento contract, e, in particolare nell'arredo d'ufficio, la pandemia ha accelerato trasformazioni già in atto (destrutturazione dell'ufficio tradizionale, maggiore diffusione dello smart working) che hanno generato pesanti effetti negativi sulla produzione dei sistemi e arredi per ufficio. Anche dopo la pandemia lo smart working e, in generale, il lavoro al di fuori dei consueti ambienti professionali, manterrà una quota importante.


In attesa della ripresa Federlegno ha promosso il progetto "Le linee guida per la disposizione dei mobili per ufficio nel periodo post COVID 19" che forniscono una serie di indicazioni utili a predisporre gli ambienti di lavoro, rispettando le norme del distanziamento sociale imposte dalla pandemia. Offrono inoltre una fotografia delle trasformazioni degli ambienti dell'ufficio, con un ripensamento della distribuzione degli spazi in un'ottica di maggior avvicinamento tra mondo home e office. L'incertezza dello scenario rimane elevata e la ripresa del settore è ancora condizionata, come per altri settori produttivi, dal perdurare dello stato di emergenza sanitaria. Superata la fase di crisi, l'attesa sul mercato domestico è di una ripresa della domanda interna di mobili sostenuta dal graduale recupero dei redditi e degli investimenti sul mercato immobiliare oltre che dagli incentivi fiscali, mentre sul fronte estero è attesa una ripresa della domanda mondiale che potrà sostenere la crescita delle esportazioni, dando un buon contributo alla dinamica del settore.
In questo scenario, il fatturato delle imprese del comparto potrà sperimentare una ripresa, probabilmente solo parziale, che non riporterà nel 2021-22 i valori dell'attività settoriale ai livelli pre-COVID.


Conferme in tal senso vengono anche dai dati Excelsior-Anpal. La quota di imprese che entro la prima metà del 2021 avrà recuperato livelli accettabili di attività passa dal 32% del mobile di Vicenza al 57% di Pordenone e al 63% dell'imbottito di Forlì.  


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