BusinessCommunity.it

10/02/2021

cover

Massimo Begelle (Top Employers Institute): le strategie HR vincenti durante la pandemia sono fluide ed elastiche

C'è la conferma e forte accentuazione dei trend già in atto: lavoro agile, organizzazione liquida, smartworking. E le aziende corrono verso la digital transformation

Mai come nel 2020 le politiche di HR sono state fondamentali per affrontare la pandemia. E come ogni anno, Top Employers Institute ha presentato l'elenco delle aziende certificate Top Employers 2021: poco meno di 1.700 (per l'esattezza 1.691) in 120 Paesi del mondo, tra cui 112 in Italia e tra di loro, 42 hanno ottenuto anche la certificazione Top Employers Europe, riconosciuta alle aziende certificate in almeno altri 4 Paesi oltre l'Italia. Abbiamo intervistato Massimo Begelle, Regional Manager di Top Employers Institute, l'ente certificatore globale delle eccellenze HR. Il 2020 è stato un anno difficile per le aziende, soprattutto per le divisioni HR. Quali sono stati i maggiori ostacoli affrontati, a livello globale e italiano?

Inutile negare che il 2020 è stato un anno difficile in cui le aziende si sono trovate ad affrontare sfide su più piani: produttivi, organizzativi, relazionali.
La prima è stata attrezzarsi per gestire l'emergenza. A fronte di una struttura lavorativa completamente cambiata, con le persone che lavoravano da casa, gli uffici deserti, call e riunioni virtuali, il grande sforzo degli HR è stato, in primis, quello di motivare e mantenere collegate tra di loro le persone, cercando di ricreare il "clima dell'ufficio" e far sì che si potesse continuare senza troppi traumi.


Subito dopo, "messa in sicurezza" l'operatività, si è dovuto pensare a come gestirla, con nuovi modelli organizzativi e nuovi spunti per l'engagement. Terzo step, si sono dovuti rivedere modelli e stili di leadership in una realtà dove il manager non può più incontrare e motivare i suoi collaboratori, in presenza o in ufficio, ma deve essere capace di tenerli uniti e ingaggiarli "a distanza". Quali sono state le politiche e strategie che si sono dimostrate vincenti?

Direi quelle fluide, mobili, elastiche. Atteggiamenti e strategie che hanno saputo abbandonare schemi e sicurezze sedimentate e hanno affrontato il cambiamento, pur sapendo che era un percorso in parte sconosciuto e tutto da inventare. Di fronte alla grande incertezza, le aziende hanno reagito e si sono mosse in autonomia.
Hanno investito sulla digitalizzazione, si sono attrezzate per organizzare lo smartworking, hanno modificato gli investimenti in formazione e sviluppo, dirottandoli verso programmi di coaching e percorsi motivazionali, hanno rapidamente rivisto e adeguato lo stile di leadership, hanno inventato modalità per mantenere in contatto i dipendenti, senza "abbandonarli" da soli davanti al computer in casa, ma cercando di ricreare spazi di socialità e momenti condivisi.


Inoltre, abbiamo riscontrato anche un'importantissima e generosa apertura verso il territorio, una valorizzazione di spirito di appartenenza che esce dai perimetri dell'azienda e coinvolge non solo le famiglie e i conviventi, ma anche il tessuto sociale.
Penso a Ferrari, che ha messo a disposizione padiglioni medici e possibilità di eseguire tamponi ed esami a tutta la comunità che gravita attorno a Maranello, Fiorano, Formigine.
Oppure ad Angelini, produttore dell'Amuchina, che ha distribuito fin dai primi giorni dell'emergenza tonnellate di prodotto alla protezione civile, medici e ospedali, attivandosi anche per identificare e denunciare speculazioni e aumenti di prezzo ingiustificati.
O iniziative come quelle di Lagardère, per mantenere vivo lo spirito di gruppo, con webinar live con esperti e ospiti, aperti a manager, dipendenti, collaboratori delle varie sedi sul territorio. Quali differenze avete rilevato nella survey 2021 rispetto agli anni precedenti a livello globale? Ci sono stati cambiamenti di trend?

La survey 2021 ha confermato ed evidenziato il trend di internazionalizzazione e globalizzazione di Top Employers Institute.

E mai come quest'anno, con la pandemia che ha colpito tutto il mondo, la nostra risposta è stata ancora di più a livello globale. Abbiamo dato vita a livello internazionale a webinar e podcast di analisi e riflessione su come si è affrontata l'emergenza e reagito alla pandemia nei vari Paesi del mondo.
Mentre, a livello locale, abbiamo raccolto nel Best Practice Report Italia 2020 le Best Practice d'eccellenza, come quelle appena accennate, e le abbiamo condivise in tutto il mondo.
Per quanto riguarda i trend, abbiamo assistito alla conferma e forte accentuazione dei trend già in atto: lavoro agile, organizzazione liquida, smartworking. Il trend che si è più trasformato in seguito all'emergenza COVID-19 è quello relativo al benessere psicofisico delle persone, il cosiddetto wellbeing. Prima della pandemia lo si declinava a livello di benessere, con supporti come palestre, consulenze nutrizionali, fitness?
Ora ci si orienta sempre più verso un supporto anche psicologico, per dare sostegno e assistenza alle persone che hanno visto trasformarsi radicalmente il loro modo non solo di lavorare, ma anche di rapportarsi con i superiori, i colleghi, gli stakeholder.


E se parliamo di Italia?

In Italia, ci si sta attrezzando per gestire una "nuova normalità" tutta ancora da definire e regolamentare.
Perché è chiaro a tutti che non si tornerà a lavorare "come prima". Si andrà sempre più verso una conciliazione casa-lavoro, con presenze alternate, 3 giorni a casa e 2 in ufficio. Oppure settimane alternate, di 4 giorni.
La grande sfida che ci aspetta è quella della regolamentazione di questo nuovo modo di lavorare: orari, modalità, spazi, diritto/dovere alla disconnessione. Un mondo tutto da ridisegnare e rivedere. La pandemia ha dato una spinta decisiva alla digital transformation. Dal vostro punto di vista, a che punto siamo nel nostro Paese?

Stiamo correndo, per recuperare un gap importante rispetto al resto d'Europa e del mondo.
Le aziende hanno dato un'importante accelerazione ai loro programmi e se nel 2019, in epoca pre-Covid, solo il 28% dei manager HR si percepiva in fase di sperimentazione di strategie digitali di livello avanzato, oggi, nel 75% delle aziende si utilizzano strategie digitali per la formazione e l'apprendimento (il 77% in Europa), e nel 64% per la progettazione dei piani di carriera (il 74% in Europa).


 


ARGOMENTI: marketing - retail - ecommerce - intelligenza artificiale - AI - IA - digital transformation - pmi - high yield - bitcoin - bond - startup - pagamenti - formazione - internazionalizzazione - hr - m&a - smartworking - security - immobiliare - obbligazioni - commodity - petrolio - brexit - manifatturiero - sport business - sponsor - lavoro - dipendenti - benefit - innovazione - b-corp - supply chain - export - - punto e a capo -

> Vai al sommario < - > Guarda tutti gli arretrati < - > Leggi le ultime news <

Copyright © 2009-2024 BusinessCommunity.it.
Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Tutti i Diritti Riservati. P.I 10498360154
Politica della Privacy e cookie

BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo


Copertina BusinessCommunity.it