Atteggiamenti e strategie che hanno saputo abbandonare schemi e sicurezze sedimentate e hanno affrontato il cambiamento, pur sapendo che era un percorso in parte sconosciuto e tutto da inventare.
Di fronte alla grande incertezza, le aziende hanno reagito e si sono mosse in autonomia.
Hanno investito sulla digitalizzazione, si sono attrezzate per organizzare lo smartworking, hanno modificato gli investimenti in formazione e sviluppo, dirottandoli verso programmi di coaching e percorsi motivazionali, hanno rapidamente rivisto e adeguato lo stile di leadership, hanno inventato modalità per mantenere in contatto i dipendenti, senza "abbandonarli" da soli davanti al computer in casa, ma cercando di ricreare spazi di socialità e momenti condivisi.
Inoltre, abbiamo riscontrato anche un'importantissima e generosa apertura verso il territorio, una valorizzazione di spirito di appartenenza che esce dai perimetri dell'azienda e coinvolge non solo le famiglie e i conviventi, ma anche il tessuto sociale.
Penso a Ferrari, che ha messo a disposizione padiglioni medici e possibilità di eseguire tamponi ed esami a tutta la comunità che gravita attorno a Maranello, Fiorano, Formigine.
Oppure ad Angelini, produttore dell'Amuchina, che ha distribuito fin dai primi giorni dell'emergenza tonnellate di prodotto alla protezione civile, medici e ospedali, attivandosi anche per identificare e denunciare speculazioni e aumenti di prezzo ingiustificati.
O iniziative come quelle di Lagardère, per mantenere vivo lo spirito di gruppo, con webinar live con esperti e ospiti, aperti a manager, dipendenti, collaboratori delle varie sedi sul territorio.
Quali differenze avete rilevato nella survey 2021 rispetto agli anni precedenti a livello globale? Ci sono stati cambiamenti di trend?
La survey 2021 ha confermato ed evidenziato il trend di internazionalizzazione e globalizzazione di Top Employers Institute.
E mai come quest'anno, con la pandemia che ha colpito tutto il mondo, la nostra risposta è stata ancora di più a livello globale.
Abbiamo dato vita a livello internazionale a webinar e podcast di analisi e riflessione su come si è affrontata l'emergenza e reagito alla pandemia nei vari Paesi del mondo.
Mentre, a livello locale, abbiamo raccolto nel Best Practice Report Italia 2020 le Best Practice d'eccellenza, come quelle appena accennate, e le abbiamo condivise in tutto il mondo.
Per quanto riguarda i trend, abbiamo assistito alla conferma e forte accentuazione dei trend già in atto: lavoro agile, organizzazione liquida, smartworking.
Il trend che si è più trasformato in seguito all'emergenza COVID-19 è quello relativo al benessere psicofisico delle persone, il cosiddetto wellbeing.
Prima della pandemia lo si declinava a livello di benessere, con supporti come palestre, consulenze nutrizionali, fitness?
Ora ci si orienta sempre più verso un supporto anche psicologico, per dare sostegno e assistenza alle persone che hanno visto trasformarsi radicalmente il loro modo non solo di lavorare, ma anche di rapportarsi con i superiori, i colleghi, gli stakeholder.
E se parliamo di Italia?
In Italia, ci si sta attrezzando per gestire una "nuova normalità" tutta ancora da definire e regolamentare.
Perché è chiaro a tutti che non si tornerà a lavorare "come prima".
Si andrà sempre più verso una conciliazione casa-lavoro, con presenze alternate, 3 giorni a casa e 2 in ufficio.
Oppure settimane alternate, di 4 giorni.
La grande sfida che ci aspetta è quella della regolamentazione di questo nuovo modo di lavorare: orari, modalità, spazi, diritto/dovere alla disconnessione.
Un mondo tutto da ridisegnare e rivedere.
La pandemia ha dato una spinta decisiva alla digital transformation.
Dal vostro punto di vista, a che punto siamo nel nostro Paese?
Stiamo correndo, per recuperare un gap importante rispetto al resto d'Europa e del mondo.
Le aziende hanno dato un'importante accelerazione ai loro programmi e se nel 2019, in epoca pre-Covid, solo il 28% dei manager HR si percepiva in fase di sperimentazione di strategie digitali di livello avanzato, oggi, nel 75% delle aziende si utilizzano strategie digitali per la formazione e l'apprendimento (il 77% in Europa), e nel 64% per la progettazione dei piani di carriera (il 74% in Europa).
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