Ci vuole il time management per gestire il tempo quando si lavora da remoto
Marta Arcoria (Hunters Group): fare una mappatura delle attività giornaliere, suddivisione dei compiti in slot temporali molto precisi e task più impegnativi la mattina
La sfida odierna, che vede nel lavoro agile e da remoto la naturale evoluzione dell'assetto organizzativo di molte aziende, porta a riflettere sulla buona gestione del tempo che abbiamo a disposizione.
"Sono ormai diversi mesi - afferma Marta Arcoria, HR Business Partner di Hunters Group, società di ricerca e selezione di profili altamente qualificati - che in azienda abbiamo implementato degli importanti percorsi formativi, sia per le figure più junior, sia per i nostri manager. Tra i temi più urgenti che sono stati trattati c'è anche il time management: se per un lavoratore una buona gestione del tempo è necessaria per mantenere alti gli standard di produttività, questo è ancora più vero per la vita di un consulente, che tutti i giorni si deve districare tra svariate attività e diversi interlocutori".
Hunters Group ha individuato 3 principi che possono ottimizzare la propria gestione del tempo quando si lavora da remoto o da casa.
- Principio di Pareto, detto anche principio 80-20. Pareto si rese conto che l'80% della ricchezza del suo Paese era detenuto dal 20% della popolazione. Questa intuizione venne applicata negli anni anche in altri ambiti così che, per esempio, IBM intuì che l'80% del tempo di caricamento dei suoi computer era speso a leggere solo il 20% del codice. Da qui la deduzione che le macchine fossero inefficienti, portando IBM a riscrivere il codice. Riuscirono così ad aumentare le performance delle loro macchine, affermandosi sul mercato di riferimento. Quello che si può imparare da questo principio è che, solitamente e in percentuali a volte differenti, l'80% dei nostri risultati deriva dal 20% delle nostre attività.
Consiglio operativo: si consiglia di "mappare" le proprie attività giornaliere, analizzare quali di queste sono effettivamente produttive e infine eliminare le attività che non portano o non contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi.
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