Il grido di aiuto delle imprese italiane
Secondo quanto comunicato dall'Istat, tra marzo e aprile oltre il 50% di fatturato in meno per 4 imprese su 10. E un'impresa su due vede una crisi di liquidità
Più che un comunicato sembra un bollettino di guerra quello comunicato dall'Istat. "Situazione e prospettive delle imprese nell'emergenza sanitaria COVID-19" è il titolo della rilevazione condotta tra l'8 e il 29 maggio 2020, con l'obiettivo di raccogliere valutazioni direttamente dalle imprese in merito agli effetti dell'emergenza sanitaria e della crisi economica sulla loro attività.
I dati mostrano una situazione drammatica da qui a pochi mesi, e da cui sarà difficile uscire senza una vera politica fiscale da parte del governo. Diventa difficile immaginare come le imprese, dalle medie fino alle micro, possano rimanere in piedi. Servono scelte coraggiose e immediate, che non passino dai tempi tecnici degli aiuti della UE, sotto qualsiasi forma.
Non è pensabile parlare di 2021 (il Recovery Fund sarà attivo dopo giugno!) quando una quota enorme delle aziende a stento arriverà a fine 2020. Ma passiamo ai dati Istat.
Secondo le rilevazioni, oltre la metà delle imprese (37,8% di occupati) prevede una mancanza di liquidità per far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020.
Il 38,0% (con il 27,1% di occupati) segnala rischi operativi e di sostenibilità della propria attività e il 42,8% ha richiesto il sostegno per liquidità e credito (DL 18/2020 e DL 23/2020).
Riorganizzazione di spazi e processi (23,2% delle imprese) e modifica o ampliamento dei metodi di fornitura dei prodotti/servizi (13,6%) le principali opzioni adottate per far fronte alla crisi.
Il 45,0% sono le imprese sospese fino al 4 maggio.
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