08/04/2020

idee

Il ritorno della Lega Anseatica

 

All'Eurogruppo è ritornato in vita un antico accordo tra un gruppo di stati del Nord capeggiati da Olanda e Germania. Sembra che il passaggio dei secoli non abbia influito sull'atteggiamento

È passato quasi un millennio. Tutti pensavano che fosse un fatto remoto da relegare nei libri di storia. Invece nel 2020 si rivede la Lega Anseatica.
Nata nel XII secolo nel tempo vide alleati Germania, Olanda, Belgio - i fondatori - cui si aggiunsero Polonia, Danimarca, Svezia e i Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania). Perfino anche una frazione della Russia.

Le Hanse erano di fatto delle associazioni cittadine: loro era il controllo sui commerci nel Nord Europa e organizzavano insieme compagnie marittime, tracciavano le rotte e si impegnavano ad una mutua assistenza. Il declino della Lega è legato alla crescita di importanza che ebbero i diversi stati nazionali che ridussero i poteri delle Hanse, sempre in lite tra loro e pronte a scannarsi.
Dopo quasi un millennio rivediamo in Europa il medesimo schieramento, frutto di una cultura e storia comune, in contrapposizione ai Paesi della fascia mediterranea.
Siamo nella stessa Unione Europea, ma sembra che ormai i blocchi contrapposti siano consolidati.
Le questioni si estrema attualità di questi giorni (MES, eurobond, coronabond ecc.), si risolvono nelle parole di Regling, a capo del MES: ''voglio Spagna e Italia in ginocchio''.

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Parole a cui si aggiungono quelle del famoso teologo olandese, autore e conduttore di radio e TV Andries Knevel in un tweet illuminante: ''Nella Bibbia, Giuseppe consiglia al Faraone di risparmiare per i 7 anni magri nei 7 anni grassi. I Paesi Bassi hanno fatto un ottimo lavoro. Ora dovremmo aprire i nostri granai per i Paesi che fanno festa da 7 anni: Italia, Francia, Belgio? #Eurobonds''.
Personaggi diversi ma identico atteggiamento. Wopke Hoekstra, ministro delle Finanze olandese deve aver detto cose simili all'Eurogruppo vista la reazione di Antonio Costa, primo ministro portoghese: ''Il suo discorso è ripugnante nel contesto dell'Unione europea. È di assoluta irresponsabilità questo tipo di risposta, è una meschinità ricorrente e mina completamente lo spirito dell'Unione europea. E' una minaccia per il futuro della Ue. Se la Ue vuole sopravvivere è inaccettabile che un responsabile politico, di qualsiasi Paese, possa dare una risposta del genere a una pandemia come quella che stiamo vivendo''. Il tutto in diretta TV.

Il documento dell'Eurogruppo ha sancito un'Europa spaccata in due: gli antichi Paesi della Lega Anseatica (più l'Austria, la Finlandia e i Baltici), sotto il comando della Germania, e i Paesi del Mediterraneo.
La retromarcia di Von der Leyen sui Coronabond, che da strategici e solidali sono stati derubricati in poche ore a ''solo uno slogan'', ci fa capire che c'è ben altro in ballo oltre che la sopravvivenza delle popolazioni al virus.
E' sempre solo una questione di forza, di predominio sui commerci e accumulazione di ricchezze da parte di qualcuno a scapito di qualcun altro. E del resto sono troppi anni che all'interno dell'eurozona già assistiamo alla politica dell'''affama il tuo vicino'', messa in atto dalla Germania e dall'Olanda, ma anche dalla Francia.
Chissà se adesso Macron avrà capito l'errore enorme del patto di Aquisgrana?

Sapranno i Paesi del Sud far fronte contro quelli del Nord?
E l'Italia saprà farsi valere?
Non manca poi tanto tempo per vedere che fine farà questa Unione Europea. In fondo, il virus è democratico.
Oscar Leoni



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