L'importanza di avere supply chain resilienti
Lucker (Cass Business School): molte aziende non hanno fatto piani in caso di interruzione delle forniture e adesso sono in difficoltà, come gli OEM dell'auto
Ci vuole un Business Continuity Management in ogni azienda, soggetti che in caso di necessità sappiano cosa fare e pensare anche fuori dagli schemi.
Queste figure sono tanto più necessarie ora, in tempo di crisi da coronavirus.
Ma per essere preparati, occorreva pensare per tempo, creando con loro delle supply chain resilienti, che reggessero all'urto della crisi.
Ne abbiamo parlato con Florian Lucker, docente di Supply Chain Management alla Cass Business School.

In che modo il coronavirus sta influenzando le catene di approvvigionamento? Qual è l'impatto dell'epidemia per i consumatori e i produttori?
Ci sono due effetti del coronavirus sulle supply chain globali.
Da un lato c'è un'interruzione dell'approvvigionamento dovuta alla domanda perché all'improvviso quella di alcuni prodotti, come i disinfettanti, aumenta, soprattutto nell'industria farmaceutica.
Dall'altro lato c'è un'interruzione dell'approvvigionamento dovuta al fatto che gli Original Equipment Manufacturers (OEM) potrebbero essere a corto di componenti necessari per l'assemblaggio finale dei prodotti.
Diverse aziende nel Regno Unito e all'estero hanno già emesso "profit warnings" a causa di interruzioni dell'approvvigionamento.
Oltre all'industria automobilistica, ci sono altri settori particolarmente a rischio?