Cresce l'interesse delle aziende italiane per l'Intelligent Automation
Rughi (Deloitte): circa il 40% delle imprese ha già intrapreso un progetto di automazione, per conseguire vantaggi in termini di produttività, efficienza, accuratezza. Ma il 45% non possiede una vision sul tema
Se parliamo di trasformazione digitale o industria 4.0 il nostro Paese non può certamente dirsi all'avanguardia, almeno a livello generale.
Certo, ci sono eccellenze di portata mondiale, ma sono poche.
Come emerso dal report di Deloitte "Le prospettive future dell'Intelligent Automation, secondo le aziende italiane", un'indagine sulle sfide e sulle opportunità attese dalla convergenza tra automazione e intelligenza artificiale - che ha coinvolto 26 Paesi a livello globale - l'Italia sconta ancora un certo ritardo nel contesto internazionale.

Infatti, la diffusione dei progetti di automazione tra le aziende italiane è ancora relativamente limitata, principalmente a causa della mancanza di una strategia olistica e condivisa da tutta l'organizzazione (85% contro una media globale del 64%).
Al tempo stesso, però, le imprese italiane rivelano uno spiccato interesse per i benefici derivanti dall'Intelligent Automation in termini di produttività (85%), efficienza (45%), accuratezza (40%), che si traducono poi in una riduzione dei costi fra il 22% e il 27% e un aumento dei ricavi dell'11%.
Nonostante gli evidenti vantaggi, sussistono diverse sfide che il top management italiano è chiamato ad affrontare sul fronte dell'Intelligent Automation: circa un'azienda su 3 presenta un livello di "IT readiness" insufficiente a sfruttare le potenzialità delle tecnologie di automazione; il 55% rivela difficoltà nell'elaborare un business case a supporto di queste iniziative.

Inoltre, il 70% percepisce la frammentazione dei processi quale principale ostacolo per l'adozione dell'Intelligent Automation, sebbene il reale problema sia rappresentato dall'assenza di input digitali per le soluzioni di automazione, mentre il 45% indica la resistenza al cambiamento e la mancanza di sufficienti capability quali possibili freni all'adozione dell'Intelligent Automation.
Infine, l'85% delle imprese intervistate dichiara di non aver ancora calcolato quanti dipendenti dovranno essere riqualificati nel prossimo triennio a causa dell'impatto dell'Intelligent Automation.
"Il settore dell'Intelligent Automation sta registrando una costante crescita - ha commentato Antonio Rughi, Senior Partner Deloitte e Finance & Performance Private and Robotics & Intelligent Automation Leader - come testimonia l'interesse delle imprese ad adottare soluzioni di intelligenza artificiale per supportare l'innovazione e l'automazione dei processi.
Manca tuttavia una vision chiara, condivisa a livello company-wide e capace di gestire l'impatto dell'Intelligent Automation su tutte le aree organizzative.
Per cogliere appieno le potenzialità di tale tecnologia, il top management è dunque chiamato a formulare strategie di ampio respiro, focalizzate sullo sviluppo delle capability interne, sul superamento della resistenza al cambiamento e sul miglioramento del livello di IT readiness aziendale".
Luigi Mastrangelo, Senior Partner Deloitte e DCM Finance & Performance Leader, ha precisato che "Il nostro studio rivela che il 70% degli executive percepisce la frammentazione dei processi quale principale ostacolo per l'adozione dell'Intelligent Automation.
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