Tra smart working ed employer branding la prossima sfida delle HR sarà la Data science
Gilli (Inaz): sempre più riconosciuto il valore strategico del talent management, ma solo il 7% dichiara un uso "scientifico" dei dati di performance management e valutazione del potenziale
La digital transformation e le nuove aspettative delle giovani generazioni stanno cambiando il lavoro dei manager HR.
Così, mentre il tema dell'engagement dei lavoratori diventa centrale nelle strategie delle Risorse Umane, i manager HR sono portati a focalizzarsi sempre di più su employer branding e gestione dei talenti, con una particolare attenzione verso quell'esigenza di flessibilità , nei modelli organizzativi e nei flussi di lavoro, che oggi è rappresentata in larga parte dall'attivazione di policy legate allo smart working.

A segnalare questo trend sono gli stessi Direttori Risorse Umane interpellati per la ricerca "Future of work and HR Tech 2020" realizzata da Business International (Gruppo Fiera Milano) e Osservatorio Imprese Lavoro Inaz. La survey, che ha coinvolto oltre 100 direttori HR di aziende italiane ed è stata curata da Fabrizio Lepri, docente di Ingegneria Gestionale presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza, delinea le priorità delle aziende, le maggiori aree di investimento in ambito risorse umane, gli obiettivi e le competenze richieste, e presenta inoltre un focus sulla gestione del talent management e dei piani di successione nelle imprese.
Una priorità da gestire nel migliore dei modi
Giunta alla sua seconda edizione, l'analisi fa emergere novità significative rispetto a quella del 2018.