Tecnologia e innovazione: quale banca ci riserverà il futuro?
Viola (The Innovation Group): l'era post digitale rimodellerà tutte le strutture che sono alla base dei rapporti economici e sociali tra Paesi portando nuove possibilità e anche nuovi rischi se poco regolata
Dopo dieci anni di crisi pressoché ininterrotta le banche italiane hanno visto ridursi pesantemente sia i ricavi che gli utili e la distanza con la media europea si è allargata.
Per raggiungere i livelli di redditività media a livello europeo, le banche italiane nei prossimi anni dovranno aumentare di almeno il 21% i ricavi, servirà pertanto ridefinire il modello di business cercando nuove opportunità e il mercato si dividerà tra chi avrà la forza di rimanere grande e chi si specializzerà offrendo diversi livelli di personalizzazione, cavalcando la digitalizzazione magari in partnership con le Neobanks o i Fintech.

La sfida della trasformazione digitale, per le banche italiane, è ben lungi dall'essere conclusa e le banche stanno facendo enormi sforzi per realizzare i benefici derivanti dall'utilizzo pervasivo e intensivo delle tecnologie digitali.
Sono quindi arrivate a un punto di svolta? Sì.
Devono comprendere che digitalizzare non è sinonimo di trasformazione digitale, che quest'ultima non deve essere l'obiettivo finale ma è semplicemente "il prezzo da pagare" per poter continuare a stare sul mercato ed essere competitive con i nuovi attori emergenti.
La metamorfosi digitale dei comportamenti e delle abitudini dei clienti sarà ancor più accelerata dall'effetto combinatorio delle tecnologie digitali già diffuse con quelle emergenti, come Artificial Intelligence, Distributed Ledger, Realtà Aumentata, Edge Computing etc.