Servizi finanziari: ancora pesante il digital divide dei CdA
Pincetti (Deloitte): la banca non è più un mero istituto di credito. Le aziende sviluppano modelli di business open abilitati dalle tecnologie digitali integrati in ecosistemi che a volte puntano a gestire o addirittura a creare
Nel settore dei servizi finanziari, in Italia, le competenze digitali nei board non corrono di pari passo con gli investimenti in IT, tanto che i membri dei CdA con una radicata esperienza in campo tecnologico sono meno del 10%.
È questo il quadro che emerge dal report "Tech Explosion e Digital Disruption nei Financial Services: i Board italiani sono pronti?" di Monitor Deloitte, uno studio volto a rilevare il "quoziente digitale" dei Consigli di Amministrazione su un panel di 12 player fra i principali istituti di credito e gruppi assicurativi.

Come emerge dall'indagine il settore dei Financial Services è uno dei comparti più interessati dalla rivoluzione digitale.
Tuttavia, a fronte di un elevato livello di spesa in tecnologia nel 2018 (con valori che hanno raggiunto il 7,5% dei ricavi, quattro punti percentuali sopra alla media), specialmente da parte degli istituti di credito e delle compagnie assicurative, il livello di digitalizzazione del board resta limitato.
Infatti, se un tempo la banca era vista come mero istituto di credito, questa definizione non rappresenta più in pieno l'evoluzione che sta interessando il settore, dove le aziende sviluppano modelli di business open abilitati dalle tecnologie digitali ed in grado di produrre risultati da "Revenue multiplier".
Il divario digitale dei board
La ricerca evidenzia come l'evoluzione tecnologica stia creando un digital divide nel mondo dei servizi finanziari: i modelli aziendali basati sulla tecnologia crescono più velocemente, sono caratterizzati da moltiplicatori di ricavi più elevati e sono maggiormente premiati dagli investitori.