Scordatevi un nuovo QE se arriva Weidmann alla BCE
Rosenstreich (Swissquote): con il successore di Draghi qualsiasi misura nuovamente accomodante (Quantitative Easing) non-ortodossa sarà certamente rimandata a data da destinarsi
Questo weekend è stato dominato dalla riunione a Bruxelles dei capi politici europei e dai rappresentanti dei Paesi del G20 a Osaka.
Dal punto di vista del mercato, non siamo molto interessati allo sviluppo di questo summit che si è focalizzato completamente su temi di natura individuale.
La nostra attenzione sarà certamente calamitata dalle notizie sul potenziale successore di Draghi alla BCE, e sappiamo come le possibilità di avere Jens Weidmann come nuovo Presidente siano aumentate moltissimo.
D'altra parte, l'eredità che lascia Draghi è quella di un dominio totale sul Consiglio dei Governatori.

Un controllo che è stato cesellato nel "whatever it takes" e nelle azioni successive che sono risultate in grado di mettere al sicuro l'esperimento di politica monetaria europea nel 2012.
Mentre Trichet aveva la mano pesante, nella testa di molti investitori Draghi e la BCE sono la stessa cosa.
E' logico aspettarsi dunque il ritorno al potere delle varie fazioni interne al Consiglio che vorranno recuperare il potere che con Draghi avevano dovuto mettere da parte.
La sua politica di "concessioni" verso le nazioni periferiche (sia attraverso un allentamento dei tassi che tramite il posticipo della normalizzazione di politica monetaria) potrebbe venire un po' annacquata e c'è da scommettere che Weidmann dovrà giocoforza stare ad ascoltare quei Governatori preoccupati circa le conseguenze sulle banche, le pensioni e i risparmiatori di un periodo prolungato di tassi di interesse negativi.