Il sistema Target2 tiene a galla l'euro
Prof. Blake (University Of London): ci sono però due sviluppi realistici, la piena unione fiscale e politica, che è stata a lungo l'obiettivo dell'establishment politico dell'Europa. Oppure l'Eurozona si rompe
Quando in una conferenza stampa della BCE, a domanda su come avrebbe fatto l'Italia ad uscire dall'euro, Draghi rispose semplicemente che prima di iniziare tutto avrebbe il nostro Paese dovuto saldare i debiti relativi al Target2. La cosa dettò un certo scalpore: si tratta di un valore intorno ai 450 miliardi di cui pochi, e solo tra gli addetti ai lavori, ne erano a conoscenza. Ma di cosa di tratta e perché non se parla, se non in ambienti ristetti e tecnici? Abbiamo intervistato professor David Blake, professore di economia presso la CASS Business School della City University of London, che ha scritto un interessante paper a riguardo.

Perché il problema con Target2 (T2) è così poco conosciuto?
Le ragioni per le quali il problema con Target2 non è ben noto sono:
a) la Commissione europea e la Banca centrale europea non vogliono che la popolazione in generale sappia (la BCE ha rifiutato di pubblicare i bilanci T2 fino a qualche anno fa e non fanno annunci pubblici quando vengono pubblicate nuove cifre ogni mese sul sito web della BCE);
b) ci sono abbastanza agenzie di informazione pro-UE in Europa per tenere la notizia nascosta;
c) è una materia piuttosto complicata che è difficile da spiegare al pubblico.
Perché il sistema Target2 non funziona?
A livello tecnico, Target2 sta funzionando. Le persone che hanno progettato Target2 hanno adottato un approccio ingegneristico al design, sono molto orgogliosi di ciò che hanno raggiunto e non sono disposti ad accettare che ci siano dei difetti. E a questo livello tecnico il sistema sta funzionando.

T2 è stato progettato come un semplice sistema di pagamento cross-country per i Paesi dell'eurozona. Cosa potrebbe essere più efficiente di canalizzare tutti i flussi attraverso le banche centrali degli Stati membri? Dopotutto, sono tutte economie avanzate che si scambiano denaro le une con le altre sulla stessa base, in modo che i flussi di pagamento derivanti, per esempio, dalle esportazioni tedesche verso l'Italia vengano compensate nei prossimi mesi dai flussi di pagamento derivanti dalle esportazioni italiane verso la Germania. Non ci sarebbe un accumulo sistematico di eccedenze e deficit.
E questo è esattamente quello che è successo tra il 1999 (quando è iniziata la zona euro) e il 2007-08 quando è avvenuta la crisi finanziaria globale. Tutto stava andando secondo i piani.
Ci sono state due conseguenze della crisi finanziaria globale (GFC). I correntisti italiani (e spagnoli e greci) hanno perso fiducia nel loro sistema bancario e spostato i loro depositi in Germania. Gli esportatori tedeschi che hanno venduto a consumatori italiani a credito hanno perso la fiducia che sarebbero stati pagati, e hanno utilizzato il T2 per trasformare i loro prestiti del settore privato sempre più rischiosi in prestiti garantiti dalla banca centrale tedesca che a sua volta aveva un credito sovrano sulla banca centrale italiana.
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