Un mercato pieno di alti e bassi
de Michelis (Frame AM): la volatilità non deve spaventare gli investitori in quanto occorre abituarsi all'idea che non esistono più porti sicuri in ogni circostanza
Dalle mie parti, tanti anni fa, i ragazzini erano soliti sfidarsi mettendosi uno stecco di legno sulla spalla invitando l'avversario a levarglielo, per testarne il coraggio. Tale gesto avrebbe significato solo una cosa, lo scontro.
Vedere due grandi potenze economiche (e non solo) come Cina e Stati Uniti sfidarsi più o meno allo stesso modo è qualcosa che fa sinceramente rabbrividire. Se poi a questo si aggiungono le tensioni con la Russia, diventa sempre più facile interpretare il nervosismo che sta serpeggiando in questo momento sui mercati finanziari.

Nel frattempo, archiviato il primo trimestre, immagino che ben pochi gestori di patrimoni siano soddisfatti dei risultati finora ottenuti, perché credo che rappresentino veramente un numero esiguo (e nessuno tra quelli che conosco) quelli che si siano posizionati cash a fine gennaio. Da marzo, l'indice S&P 500 ha più volte testato la media mobile a 200 giorni, che in questo momento è diventato un punto di riferimento cui tutti prestano grande attenzione.
Addirittura, ho letto un report dell'Head of Equity Derivative Sales di Nomura che affermava che qualora l'indice americano dovesse toccare 2.535 punti scatterebbero vendite per 100 miliardi di dollari da parte di tutti coloro che utilizzano CTA (fondi hedge, proprietary desk e in generale tutti coloro che operano con il trading sui futures), e il due aprile non ci siamo andati molto distanti.
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