Rischi di correzione elevati nel II trimestre
Bahrke (Nordea AM): nei prossimi mesi le alternative liquide con basse correlazioni ai mercati in generale dovrebbero suscitare molto interesse
Forse il "picco massimo" per le azioni deve ancora arrivare, ma il crollo subito a febbraio potrebbe verosimilmente indicare l'avvicinarsi della vetta. Il tracciato di fine ciclo passa per un crollo degli spread di credito e un'inversione della curva dei rendimenti, lasciando poi il posto a un picco dei titoli azionari e, infine, a una recessione.
È probabile che i mercati abbiano già superato la prima tappa. Pur in assenza di segnali di panico, il credito ha sottoperformato nel primo trimestre e gli spread si stanno muovendo sempre più al ribasso, mentre i default nel segmento high yield dovrebbero aumentare con l'inversione del ciclo di credito. Il secondo traguardo intermedio potrebbe arrivare nei prossimi mesi del 2018, con un ulteriore appiattimento e un'inversione della curva dei rendimenti statunitensi nel secondo semestre.

Per quanto riguarda il raggiungimento della vetta per l'azionario, a nostro avviso l'appuntamento è già per quest'anno. Le valutazioni estreme, infatti, potrebbero determinare un ribaltamento della causalità dallo scenario macroeconomico ai mercati. Ciò significa che i mercati diventerebbero il rischio principale per l'outlook macroeconomico, che quindi non riuscirebbe più a mantenere viva una fase rialzista, seppure in corso di esaurimento.
Nel frattempo, si deve riconoscere come la recente correzione dei mercati segni la fine del regime di bassa volatilità. Il capo della Federal Reserve Bank di New York, William Dudley, ha commentato tale turbolenza definendola un "pesce piccolo", cosa che racchiude in sé un messaggio fondamentale: la banca centrale statunitense è felice della correzione. La Fed dovrebbe quindi continuare a inasprire la sua politica, senza più sostenere il mercato.
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