Perché per le PMI è vitale diversificare i canali di accesso al credito
Secondo BorsadelCredito.it, lo suggeriscono i numeri sui prestiti bancari, lo chiede la Ue, lo impone la rivoluzione FinTech. E' una priorità per le imprese perché contribuisce a rendere il conto economico più equilibrato e la crescita più solida
Il credit crunch? Non è superato, al di là dei proclami di chi dice il contrario.
Un numero da solo dovrebbe convincere tutti: in Italia il credito bancario alle PMI è diminuito dai 95 miliardi del 2008 intorno ai 54 miliardi di oggi.
Praticamente dimezzato: all'interno di una crisi che proprio nelle banche e nella loro patrimonializzazione ha, nel nostro Paese, il suo fulcro.

Le PMI hanno quindi una grande necessità di fonti alternative di accesso al credito, che sono ormai disponibili sul mercato, e il P2P lending che cresce a ritmi rapidissimi ne è un esempio lampante.
Secondo p2plendingitalia, nel primo semestre del 2017, l'Italia ha contribuito al mercato europeo con l'11% dell'erogato, pari a 66 milioni nel semestre (+233% anno su anno), ultimo dato disponibile.
Il che porta l'erogato da inception a 160 milioni, di cui 86 attribuibili al segmento dei prestiti alle imprese e sconto fatture.
Di questa cifra, oltre 16,5 milioni fanno capo a BorsadelCredito.it, che ha il vantaggio di essere stata pioniera assoluta nel settore in Italia e ha già un track record di due anni.
Ma torniamo ai dati sui prestiti bancari: secondo le rilevazioni di Confartigianato, a luglio 2017 i prestiti alle società sono cresciuti dello 0,5% (e quelli al totale delle famiglie del 2,7%).
Gli ultimi dati disponibili per classe dimensionale indicano però che a maggio 2017 i prestiti alle imprese medio-grandi crescono dello 0,7% mentre scendono dell'1,4% quelli alle imprese con meno di 20 addetti.
Sono sempre le più piccole, le micro imprese che sono il target di BorsadelCredito.it, le più penalizzate dal sistema bancario.
Non solo.
Il basso dinamismo del credito nell'attuale fase di ripresa, sempre secondo Confartigianato, riduce il rapporto tra prestiti alle imprese e PIL che nel secondo trimestre 2017 è scivolato al 50,2%, in diminuzione di 2,5 punti rispetto al 52,7% lo stesso periodo dell'anno precedente.