Petrolio: l'impatto sugli investimenti del taglio della produzione
Portillo (Degroof Petercam AM): nel 2017 non è attesa un'accelerazione degli investimenti da parte di produttori convenzionali, vista la loro volontà di investire in progetti con ritorni attesi superiori al 15%, che scarseggiano
Alla fine di settembre, l'Opec ha sorpreso il mercato annunciando un taglio della produzione tra 0,7 e 1,2 milioni di barili al giorno, con l'obiettivo di accelerare il ribilanciamento del settore petrolifero.
Recentemente, l'Opec ha infine fornito i dettagli del taglio, sorprendendo per la seconda volta gli osservatori con il raggiungimento di un accordo per diminuire la produzione dell'ammontare massimo annunciato a settembree rivelando l'impegno dei paesi non membri dell'Opec di ridurre a loro volta la produzione di ulteriori 0,6 milioni di barili al giorno.

I complessivi 1,8 milioni di barili di taglio rappresentano una quota piuttosto considerevole e riporteranno, all'inizio dell'anno, in deficit il rapporto tra domanda e offerta.
Inizierà di conseguenza il lungo processo di normalizzazione delle scorte globali di petrolio verso la loro media storica.
Questo declino nella produzione dei paesi non Opec è stato guidato principalmente da un notevole taglio degli investimenti del 25% sia nel 2015 che nel 2016, con le compagnie impegnate a cercare disperatamente di adattare il loro modello di business ad un contesto di basso prezzo del petrolio e di proteggere e mantenere i loro dividendi senza compromettere troppo i propri bilanci.
Il problema è che, fino a questo momento, nel 2017 non è attesa un'accelerazione degli investimenti da parte di produttori convenzionali, vista la loro volontà di investire in progetti con ritorni attesi superiori al 15%.