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11/01/2017

economia

La rivalita' della Ryder Cup determina la direzione delle obbligazioni nel 2017

Boye (Saxo Bank): lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato statunitensi ed europei verosimilmente si ridurrà il prossimo anno. I rendimenti tedeschi e statunitensi aumenteranno, con i primi che potrebbero superare i secondi

L'edizione del 2016 della Ryder Cup, il torneo di golf che con la sua rivalità intercontinentale e quasi secolare mette a confronto Stati Uniti ed Europa, si è concluso in favore degli USA. Mentre i golfisti europei dovranno attendere fino al 2018 per vendicarsi sul prato, già dal prossimo anno, nel campo dei mercati obbligazionari mondiali, l'Europa potrebbe inaspettatamente avere la meglio.
Il gap dei rendimenti tra i due rivali - noto anche come "Ryder Cup" spread - a nostro parere potrebbe ridursi. Sono passati più di cinque anni da quando i rendimenti dei titoli di stato a dieci anni tedeschi e statunitensi si equivalevano, poiché le politiche monetarie delle due principali banche centrali si sono mosse in direzioni opposte da quel momento. La Federal Reserve ha abbandonato il suo programma di quantitative easing, ha confermato l'aumento dei tassi di interesse e ipotizzato tre ulteriori rialzi nel corso del prossimo anno.
L'Europa, dall'altro lato, sembra combattere con una crescita cronicamente stagnante. Tuttavia la scorsa settimana, sull'onda della maggiore fiducia nelle prospettive economiche europee, il presidente della BCE Mario Draghi ha colto di sorpresa i mercati annunciando una rastremazione degli acquisti di bond fino a 60 miliardi di euro al mese.


L'effetto di questa divergenza nelle politiche economiche è stato l'aumento dello spread della Ryder Cup, attualmente superiore a 210 bps, il gap maggiore da quando l'Euro è in vigore. Come mostra il grafico sottostante, i più alti tassi di interesse statunitensi non sono esattamente naturali e storici, inoltre sarebbe un caso ragionevole vedere un ritorno verso la media storica.
Questo porta a pensare che lo spread sia destinato a ridursi ulteriormente, ma per far sì che questo si assottigli nel 2017, devono verificarsi alcune condizioni. A rigor di logica, i tassi di interesse statunitensi devono diminuire, oppure quelli tedeschi devono aumentare. Ma esiste anche uno scenario, ad oggi sottovalutato, che potrebbe avere lo stesso effetto: una crescita di entrambi nel 2017, con i tassi della Germania che superano quelli degli Stati Uniti.
Con la stessa BCE che prevede un'inflazione dell'1,7% nel 2019 e il contributo offerto alla causa, di anno in anno, dal ribaltamento dei prezzi dell'energia, l'obiettivo ufficiale del 2% potrebbe essere presto raggiunto: Draghi si troverebbe così di fronte alla necessità di adottare misure di politica straordinaria.

Con i tassi di interesse europei ai livelli attuali, la ri-calibrazione delle aspettative sui tassi futuri nella direzione di uno scenario più normale potrebbe comportare una reazione molto rapida. Negli Stati Uniti, quando il presidente della Fed Ben Bernanke ha annunciato la fine del QE nella primavera del 2013, il rendimento dei titoli di stato statunitensi a dieci anni era pari all'1,65%; alla fine di maggio era passato al 2,12%, per poi arrivare al 2,73% in luglio e a superare il 3% alla fine dell'anno.
Considerando la rivalità intra-continentale, il 2017 potrebbe anche portare significative ondate di volatilità. Olanda e Germania avranno le elezioni parlamentari, mentre la Francia eleggerà il nuovo presidente. Specialmente in quest'ultimo caso, Marine Le Pen del Fronte Nazionale è già considerata il prossimo potenziale candidato anti-establishment che potrebbe sfidare la stabilità politica dell'Europa. Per quanto i livelli siano bassi in termini assoluti, le preoccupazioni dei mercati finanziari si traducono già in un alto spread tra i rendimenti dei titoli di stato francesi e tedeschi - che con la stessa creatività potremmo denominare "spread Maginot".



Per quanto concerne l'Italia, il futuro del suo sistema politico e bancario è di nuovo nel caos. Mentre il mercato rimane ottimista circa un salvataggio a breve termine per il settore bancario in difficoltà, l'intenzione del governo è di supportare tale settore senza imporre perdite agli investitori obbligazionari (subordinati), che però è fondamentalmente in contrasto con il nuovo quadro normativo dell'unione bancaria europea. Lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato ci accompagnerà per tutta la durata del 2017.

Michael Boye, Head of Fixed Income di Saxo Bank
 


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