Non fidatevi della cattiva pubblicita': meglio tornare a comprare sterline ed emergenti
Rosenstreich (Swissquote): i dati macroeconomici mostrano solo segnali positivi e indicano la resilienza dell'economia britannica. Le aspettative di Hard Brexit andranno calando
Proprio quando il mercato era quasi riuscito a dimenticarselo, le incertezze legate alle nefaste conseguenze di un'eventuale Hard Brexit sono tornate alla ribalta a seguito dei commenti del primo ministro britannico Theresa May, che ha suggerito come la priorità nei negoziati sarà data al controllo sull'immigrazione.
La premier è andata oltre indicando che l'articolo 50 verrà azionato entro il prossimo mese di aprile.
Tali acuti sono stati interpretati come i primi movimenti maldestri di allontanamento dalla cosiddetta Soft Brexit che permetterebbe al Regno Unito di mantenere la sua presenza all'interno del mercato comune in cambio di un libero accesso dei lavoratori sul suolo britannico.

Dover fare i conti improvvisamente con la realtà di una Brexit potenzialmente imprevedibile ha fatto precipitare i corsi della sterlina il cui cambio con il dollaro è sceso ai minimi storici.
Come abbiamo visto prima della Brexit, c'è la sensazione che tutta questa pubblicità negativa intorno alle possibili ripercussioni sull'economia britannica sia davvero esagerata, anche perché occorre dire che i dati macroeconomici non mostrerebbero (per lo meno non ancora) un atterraggio turbolento.
Le statistiche sull'indice dei servizi PMI ci dicono che l'indice è scivolato solo marginalmente (52,6 dai 52,9 di agosto) mantenendosi comunque al di sopra delle attese (a 52,2).
A parte il calo trascurabile quindi, anche i dettagli relativi al sondaggio si sono mostrati relativamente solidi.
L'indice delle nuove attività imprenditoriali è cresciuto a 53,7 mentre il rilevatore relativo all'occupazione è aumentato quasi di un punto percentuale a 51,7.