Come l'impresa puo' fare business vendendo online
Il testo di Boscaro e Porta presenta gli strumenti di marketing digitale utili per avvicinarsi al mondo dell'e-commerce. Manuale concreto, ricco di spunti, esempi e interviste ai professionisti di settore.
Scritto per imprenditori e operatori delle PMI
La PMI è al centro di una vera e propria rivoluzione: sta cambiando il modo di fare business e bisogna rimanere aggiornati per competere con una concorrenza, spesso anche internazionale, sempre più agguerrita.
Il testo Marketing digitale per l'e-commerce, di Andrea Boscaro e Riccardo Porta, edito da FrancoAngeli, mette a nudo, con un linguaggio semplice e scorrevole, i concetti, le strategie e gli strumenti di marketing digitale più comuni di chi fa e-commerce.
Un testo essenziale, pragmatico, ricco di spunti, esempi ed interviste ai professionisti di settore, che non si ferma ai tecnicismi, ma li supera con riflessioni più complete che renderanno il lettore in grado di essere portatore e protagonista in azienda di una nuova cultura digitale.

Un libro che aiuta il lettore (e l'imprenditore) a conoscere meglio quali siano le implicazioni che l'innovazione tecnologica produce nel consumatore, quali le strategie più efficaci per utilizzare l'e-commerce e capire come trasformare i social da piattaforma di chiacchiericcio ed esibizione a strumento di crescita economica.
"Marketing digitale per l'e-commerce" nasce sulle ceneri di "Tecniche di web-marketing", il testo che Riccardo Porta ed io abbiamo scritto anni fa e che ha avuto quattro edizioni.
Era tempo di scrivere un nuovo testo tecnico sul commercio elettronico da cima a fondo, anche sfruttando i sei anni di lavoro come formatore aziendale che ho avuto occasione di sviluppare sul tema" spiega a Businesscommunity.it Andrea Boscaro, uno dei due autori del testo, che abbiamo intervistato.
Quali sono le ragioni del ritardo italiano nello sviluppo di strategie efficaci per l'e-commerce?

In realtà il proverbiale ritardo italiano deve essere contestualizzato: alcune industry, come i viaggi, le assicurazioni e l'elettronica di consumo, hanno tassi penetrazione del canale online elevati ed infatti questi settori sono già stati oggetto di una disruption che ha avuto, fra gli altri, effetti occupazionali rilevanti.
Per il resto l'ancor limitata presenza delle aziende attive nella vendita (il 10% delle aziende fanno e-commerce, ndr), il limite con cui alcune zone sono servite dalla banda larga e, in taluni casi, la difficoltà a superare il conflitto di canale per non avere nel canale diretto un elemento di attrito con la filiera sono fattori significativi per spiegare il ritardo italiano.