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14/09/2016

leisure

Come l'impresa puo' fare business vendendo online

Il testo di Boscaro e Porta presenta gli strumenti di marketing digitale utili per avvicinarsi al mondo dell'e-commerce. Manuale concreto, ricco di spunti, esempi e interviste ai professionisti di settore. Scritto per imprenditori e operatori delle PMI

La PMI è al centro di una vera e propria rivoluzione: sta cambiando il modo di fare business e bisogna rimanere aggiornati per competere con una concorrenza, spesso anche internazionale, sempre più agguerrita. Il testo Marketing digitale per l'e-commerce, di Andrea Boscaro e Riccardo Porta, edito da FrancoAngeli, mette a nudo, con un linguaggio semplice e scorrevole, i concetti, le strategie e gli strumenti di marketing digitale più comuni di chi fa e-commerce. Un testo essenziale, pragmatico, ricco di spunti, esempi ed interviste ai professionisti di settore, che non si ferma ai tecnicismi, ma li supera con riflessioni più complete che renderanno il lettore in grado di essere portatore e protagonista in azienda di una nuova cultura digitale. Un libro che aiuta il lettore (e l'imprenditore) a conoscere meglio quali siano le implicazioni che l'innovazione tecnologica produce nel consumatore, quali le strategie più efficaci per utilizzare l'e-commerce e capire come trasformare i social da piattaforma di chiacchiericcio ed esibizione a strumento di crescita economica.


"Marketing digitale per l'e-commerce" nasce sulle ceneri di "Tecniche di web-marketing", il testo che Riccardo Porta ed io abbiamo scritto anni fa e che ha avuto quattro edizioni. Era tempo di scrivere un nuovo testo tecnico sul commercio elettronico da cima a fondo, anche sfruttando i sei anni di lavoro come formatore aziendale che ho avuto occasione di sviluppare sul tema" spiega a Businesscommunity.it Andrea Boscaro, uno dei due autori del testo, che abbiamo intervistato.
Quali sono le ragioni del ritardo italiano nello sviluppo di strategie efficaci per l'e-commerce?

In realtà il proverbiale ritardo italiano deve essere contestualizzato: alcune industry, come i viaggi, le assicurazioni e l'elettronica di consumo, hanno tassi penetrazione del canale online elevati ed infatti questi settori sono già stati oggetto di una disruption che ha avuto, fra gli altri, effetti occupazionali rilevanti. Per il resto l'ancor limitata presenza delle aziende attive nella vendita (il 10% delle aziende fanno e-commerce, ndr), il limite con cui alcune zone sono servite dalla banda larga e, in taluni casi, la difficoltà a superare il conflitto di canale per non avere nel canale diretto un elemento di attrito con la filiera sono fattori significativi per spiegare il ritardo italiano. Come si vede, tutto dal lato dell'offerta.


Si dice spesso che il ritardo delle imprese italiane è legato alla mancanza di infrastrutture. Eppure i programmi di investimento sulla banda super larga ci sono. Possiamo attenderci nei prossimi anni un recupero?

Sicuramente la diffusione della banda larga presenta, in tutte le ricerche, una correlazione lineare con lo sviluppo della vendita online. Più in generale l'attività formativa che oggi viene capillarmente svolta da aziende private, associazioni di categoria e camere di commercio sta aiutando le imprese a destreggiarsi fra mille offerte di lancio di un'attività e-commmerce, dai siti che consentono di aprire un negozio online ai marketplace, dalle piccole web-agency alle realtà più strutturate.
Internet impone un cambiamento culturale: cosa fare per implementare la cultura digitale in Italia?

I cambiamenti culturali richiedono un elemento generazionale e la crescita del digitale di oggi deriva dal fatto che sono diventati decisori coloro che agli inizi del 2000 avevano visto l'inizio di quella che un tempo si chiamava "New Economy": i nativi digitali di oggi produrranno pertanto un'accelerazione fortissima a patto che si creino le condizioni per accoglierli nel mondo del lavoro. Oltre alle riforme, le iniziative di continuità scuola - lavoro sono pertanto determinanti. L'altro fattore di cambiamento è la crisi che infatti sta facendo sperimentare molto di più le aziende, soprattutto sul fronte delle iniziative atte a superare il conflitto di canale cui facevo cenno poc'anzi.


Se dovesse fare una graduatoria, quale dei grandi social ha effettivamente aiutato le imprese italiane a sviluppare strategie di e-commerce?

Google, benché non un social network, ha portato il decision maker aziendale - che ne è utente - chiedersi come apparire in quel contesto e il commercio elettronico è la miglior strategia "seo" per un'azienda che opera nel business to consumer. Allo stesso modo la diffusione di Amazon ed eBay porteranno ad affinare la presenza sui marketplace e l'uso degli smartphone in negozio indurrà le imprese a migliorare le strategie omnicanale. Non sono invece convinto che i social media propriamente detti stiamo influenzano la presenza delle aziende nella vendita online benchè offrano enormi e crescenti opportunità per accelerare i ricavi di un negozio su Internet e non.
Tra i molti strumenti disponibili, quali sono quelli davvero efficaci e da cui iniziare?

Io che il modo migliore per iniziare sia passare dall'avere un sito vetrina al presentare i prodotti online con pagine specifiche per ciascun prodotto invitando gli utenti a richiedere un contatto per procedere con una richiesta di preventivo o un contatto commerciale tradizionale. In questo modo si potrà testare il canale digitale e la predisposizione dell'organizzazione a gestire gli ordini oltre a cominciare a sviluppare l'indicizzazione su Google e il web-marketing. Aggiungere l'aspetto transazionale sarà poi la naturale prosecuzione di questo processo di innovazione.


Titolo: Marketing digitale per l'e-commerce. Tecniche e strategie per vendere online
Autori: Andrea Boscaro e Riccardo Porta
Pagine 232
Formato ebook

@federicounnia - Consulente in comunicazione


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