Poi ci sono spazi aperti, che sono disponibili anche in una configurazione di una scrivania più tradizionale a 6 o 8 posti.
Abbiamo alternato anche degli spazi chiusi, dove abbiamo cercato di sperimentare dei formati un po' nuovi: per esempio abbiamo una sala senza tavoli e senza sedie che utilizziamo per momenti di confronto e di brainstorming e di creatività più in generale, sedendoci su gradoni o sui grandi cuscini per terra.
All'ingresso abbiamo creato uno spazio per quelli che chiamiamo degli "stand up meeting", che sono degli incontri che non devono superare i 10-15 minuti, dove si condividono le decisioni più importanti sull'attività che deve essere svolta. Naturalmente abbiamo un'area relax, fatta da una cucina attrezzata per scaldare le vivande che i colleghi si portano da casa, ma anche per cucinare, come accade nel fest friday, che è il nostro momento collettivo, il primo venerdì di ogni mese, in cui ci confrontiamo e condividiamo le esperienze più interessante, alcuni colleghi improvvisano delle spaghettate o dei pranzi comuni.
C'è una palestra, bagni con docce, ma anche una stanza per portare in sede i figli per giocare, dalle 16 in poi.
Che cosa c'entra questo spazio con il vostro lavoro?
Noi ci occupiamo di consulenza nella trasformazione digitale, quindi come introdurre delle tecnologie che possono migliorare il nostro lavoro, ma conta di più come trasformare certi modi di lavorare o di creare valore oppure di fare business o commercializzare i prodotti facendo leva su quello che il digitale sta affermando come il nuovo paradigma.
Cos'è per OpenKonwledge il digitale?
Il digitale non è solo un'infrastruttura tecnologica che collega tutti noi in una rete ormai planetaria che in tempo reale ci permette, con un click, di scambiare informazioni, di collaborare e di attivare un certo processo.
Non è solo questo, è un nuovo modo di organizzare il lavoro e le dinamiche di creazione del valore che trasformano sempre di più anche l'organizzazione da un entità che produce prodotti e li trasmette, li distribuisce sul mercato, a un organizzazione che sempre più una piattaforma che permette ai portatori di interesse, ai consumatori, ai colleghi di generare valore in una modalità nuova.
Quello che osserviamo nei grandi fenomeni della rete, come AirBandB, Uber, BlaBla Car, Amazon che hanno saputo, costruendo una piattaforma tecnologica, ma soprattutto un framework di business basato su queste logiche, esternalizzare, togliere dal proprio dal proprio conto economico tutta una serie di costi, di asset che oggi sono del tutto esterni.
Perché Uber non è proprietaria dei taxi su cui fa business e via di seguito.
Ma le aziende italiane, più tradizionali, possono trarre vantaggio da una trasformazione del loro business?
Anche le organizzazioni possono imparare la lezione e possono diventare - in alcune aree specifiche o in alcuni segmenti del loro business - delle piattaforme e accedere a delle logiche esponenziali di business.
Questo per noi è l'approccio al digitale che può liberare un grandissimo potenziale: non è solo un altro canale attraverso su cui far girare le proprie informazioni, se sono un direttore marketing; e non è una nuova stagione dell'automazione dei processi se sono un responsabile della produzione o della logistica.
E' molto di più, è un nuovo mindset, un nuovo framework per fare business e una nuova prospettiva di crescita anche per e PMI del nostro Paese.
Voi avete creato il Social Business Forum, qual è l'idea racchiusa in un evento assolutamente unico?
Noi abbiamo lanciato in corrispondenza dell'avvio della società , nel 2008, il primo Social Business Forum, che era un evento nato all'Università dell'Insubria per spiegare alla business community italiana alcune innovazioni molto profonde che il web 2.0 stava portando avanti.
Da allora, quell'evento si è molto evoluto, è diventato oggi un appuntamento internazionale per condividere le trasformazioni digitali che ci sono e gli impatti per le imprese.
E quest'anno, cosa potete anticiparci?
Quest'anno l'evento si svolgerà a Milano il 6/7 luglio all'Hotel Mariott ed ha un titolo molto rappresentativo della prospettiva attuale: The Platform Age.
Viviamo l'epoca delle aziende che diventano piattaforma. Porteremo in Italia per la prima volta alcuni speaker internazionali che hanno molto riflettuto su questo tema e hanno costruito modelli che noi stiamo applicando nel nostro lavoro, in Italia e a livello internazionale.
In pratica, rendono i sistemi organizzativi tradizionali molto più come piattaforme efficienti, interconnesse, che lascino spazio alla creatività .
Avremo ospite Sangeet Paul Choudary che è il ricercatore del MIT di Boston che tra i primisssimi ha concepito questi modelli, autore di Platform Scale e più recentemente di Platform Revolution, per la prima volta in Italia.
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