Eurozona: cambiano i venti del mercato
McCann (Standard Life Inv.): la combinazione tra attività globale debole, stress finanziario e aumento dell'incertezza rappresenta una minaccia per la ripresa della regione. E la Germania ...
Il commercio estero ha fornito un sostegno significativo per l'economia della zona euro durante alcuni dei suoi giorni più bui.
Il commercio netto ha incrementato la crescita del PIL di 0,7 punti percentuali nel 2011 e 1,2 punti percentuali nel 2012, quando infuriava la crisi del debito sovrano.
In parte, questa situazione è stata guidata dalla debolezza domestica, con la contrazione dei consumi interni e la conseguente riduzione della domanda di servizi e beni importati.

Tuttavia, le esportazioni erano il solo lato positivo in questa fase, aiutate in parte dalla forte crescita in alcune aree del mondo emergente.
Gli scambi commerciali netti hanno aiutato meno nel corso della ripresa dell'Eurozona.
Infatti, una ripresa della domanda interna ha innescato un rinnovato appetito per le importazioni, lasciando gli scambi commerciali netti a un livello sostanzialmente neutrale dal punto di vista della crescita aggregata dal 2013.
Inizialmente si sperava che il deprezzamento significativo dell'euro potesse contribuire a un aumento delle esportazioni dell'Eurozona, favorite dall'incremento delle quote di mercato da parte delle aziende più competitive.
Tuttavia, questo effetto è stato frenato dalle forti delusioni nel commercio globale.
Secondo i dati mensili di Eurostat la crescita totale delle esportazioni della zona euro è scesa al 1,3% anno su anno nel mese di dicembre.