Il sistema funziona come una prepagata automatica, grazie a un'applicazione alla quale puo' accedere chiunque abbia un conto corrente. Come entrare e cambiare un mercato dominato da giganti internazionali, abbattendo i costi di transazione
Fondata nel 2013 da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta, e attiva sul mercato dallinizio di questanno, Satispay è riuscita ad attrarre in poco tempo importanti investimenti non solo dallItalia, ma anche da UK, Germania e Silicon Valley.
Abbiamo incontrato Alberto Dalmasso, Ceo dell'azienda, per cercare di comprendere come una startup italiana possa portare innovazione in un mercato dominato da colossi internazionali e da nomi storici come quello dei pagamenti, sia tra privati, sia verso degli esercenti.

Pagare una colazione con un bancomat o una carta di credito è sempre un problema, soprattutto nel nostro Paese, per non parlare di poter ricevere i soldi da amici in modo elettronico nel caso, per esempio, di aver anticipato il pagamento del campo di calcetto o di una cena.
Com'è nata Satispay?
Satispay è nata da un'idea che è venuta nel 2012 a me (che ho studiato economia) e a Dario Brignone (che ha fatto informatica).
Volevamo capire perché in un mondo in cui dallo smartphone è possibile fare di tutto - decidere il ristorante, scegliere il prossimo acquisto, trovare un indirizzo - non si riuscissero ancora a gestire i pagamenti quotidiani. Se ci pensiamo, il pagamento è sempre un momento di discontinuità in una giornata in cui facciamo tutto velocemente e siamo connessi; perché per tutti quei pagamenti quotidiani che siamo spesso costretti a fare in contanti, dobbiamo perdere tempo a prelevare o aspettare il resto perché le carte non sono accettate nelle transizioni inferiori a 10-20 euro.
Inoltre, non possiamo usare uno smartphone per restituire i soldi a un amico che ci ha pagato una pizza o cose del genere.
Una questione di processi?
Abbiamo cercato di capire perché l'innovazione non era entrata in modo prepotente nel mondo dei pagamenti e ci siamo resi conti dei limiti di alcuni sistemi attualmente disponibili sul mercato.
Il primo è che si basano tutti sul sistema delle carte di credito e debito, ne ereditano le commissioni e non sono accettate nella maggior parte dei negozianti per il loro costo.
In secondo luogo, stanno nascendo molte soluzioni bancarie che funzionano solo per i clienti di alcuni istituti, mentre il mercato dell'innovazione ha dimostrato che le cose che funzionano sono quelle che possono essere usate da tutti, come WhatsApp.
Abbiamo cercato di capire come creare un sistema di pagamenti indipendente e usabile da chiunque abbia un conto corrente, a prescindere da quale sia la sua banca, e in grado di abbattere i costi delle transazioni.
Le normative europee vi sono state d'aiuto?
Il caso ha voluto che in un contesto in cui l'innovazione tecnologica rende oggi tutto più realizzabile, anche la normativa in Europa ha aperto le porte dei mercati dei pagamenti a nuovi attori.
Ci ha permesso con uno semplice standard di accredito e bonifico di indirizzare qualsiasi conto corrente in Europa, consentendo ad attori anche non bancari di farsi autorizzare ed entrare nel mondo della gestione dei pagamenti, fattore che prima era riservato agli istituti di credito. In funzione di questo abbiamo quindi capito che c'era la possibilità di entrare nel mercato in modo indipendente, e abbiamo realizzato quello che è un sistema di pagamento usabile da un'applicazione alla quale puo' accedere chiunque abbia un conto corrente.