Siamo tornati al Bad is good?
Balsotti (JCI Capital): i dati negativi sull'occupazione negli USA si aggiungono a quelli sul manifatturiero e altri comparti. Motivo per rendere più aggressive le banche centrali nel supportare i mercati?
Il dato dei Non-Farm Payrolls è stato inequivocabile.
Se poco c'è da discutere sulla negatività del dato, un dibattito assai più acceso si è generato dopo l'inattesa reazione del mercato.
I 142k posti di lavoro creati a settembre (vs 203k attesi) e le revisioni al ribasso per 59k complessivi sui dati di luglio e agosto rendono la creazione di circa 120k inferiore alle attese.
Negli anni si sono visti NFP anche più sorprendenti (nel bene e nel male) ma erano tanti mesi che non ne veniva pubblicato uno così lontano dalle aspettative.

A rincarare la dose l'inflazione salariale sempre assente e un tasso di disoccupazione che rimane invariato al 5.1% (e non risale nonostante la perdita di 236k posti di lavoro nell'household survey da cui si ricava tale tasso) solo grazie a un minore (l'attuale 62.4% è ai minimi dal 1977) tasso di partecipazione alla forza lavoro.
Per i più sofisticati, che sperano che minori assunzioni possano essere legate a fattori inerenti all'offerta di lavoro (meno lavoratori disponibili avendo raggiunto bassi tassi di disoccupazione) e non alla fragilità della domanda, l'ipotesi cade (oltre che di fronte all'assenza di pressioni salariali) vedendo che anche le ore lavorate sono in calo (non si dovesse riuscire ad assumere a fronte di una domanda robusta di beni e servizi, si farebbero lavorare più ore i dipendenti esistenti).
Infine, un'analisi settoriale mostra come i comparti dell'economia che garantiscono la maggior parte della creazione di posti di lavoro siano quelli a basso salario medio.

Insomma l'unica attenuante è quella (sempre valida nel caso dei Payrolls) di essere un dato volatile e soggetto a forti revisioni future, quindi non necessariamente una bibbia dell'analisi fondamentale, nonostante sia spesso un faro di breve periodo per il mercato.
Fin qui c'è poco da discutere.
E la reazione iniziale del mercato è stata in effetti quella che si poteva aspettare: risk-off senza sconti, S&P 500 -1.6%, EUR/USD sopra 1.1300 e USD/JPY sotto 119.00, tassi in forte discesa (10Y Treasury -12bp a 1.92%, Fed Funds di gennaio 2017 -12bp a 0.55% con meno di due rialzi scontati da qui a fine 2016).