Non sembra ancora essere l'anno della capra... per la Cina!
Dwane (Allianz GI): gli investitori cominciano a dubitare dell'effetto delle politiche di QE targate "Bernanke, Yellen, Draghi and Kuroda" sui mercati
Nuovo "lunedì nero" il 24 agosto, con il crollo dei mercati azionari dopo una settimana già a dir poco deludente.
E anche la settimana successiva ha visto le principali borse sull'ottovolate.
Perché è successo?
1 - Crescita globale
Sebbene quest'estate i dati sull'economia globale siano stati piuttosto modesti, non si sono tuttavia registrati risultati particolarmente deludenti.
Le commodity sembrano indicare un livello insoddisfacente per l'attività economica a livello globale, e quindi anche scarsi investimenti, ma i consumi hanno mostrato una certa tenuta, pur non essendo cresciuti molto né negli Stati Uniti né in Europa.

Forse il mercato ha subito uno shock dovuto ai timori per la crescita, in quanto le attese per il secondo semestre 2015 erano elevate e non sono state sostenute dalla relazione della Fed della settimana scorsa, decisamente "dovish".
Tuttavia, il fattore determinante che ha influenzato il sentiment degli investitori è stata la situazione in Cina: risulta sempre più evidente la debolezza delle esportazioni e della produzione industriale e come le risposte alla recente crisi del mercato siano state ostacolate dalle campagne anti-corruzione avviate da Pechino ormai da tempo, con il conseguente rallentamento del processo decisionale.
2 - Mercati
Si sono diffusi molti timori sulla liquidità dei mercati e sull'impatto dell'"high frequency trading", e sulle piazze azionarie, solitamente più tranquille nei mesi estivi, la mancanza di liquidità ha segnato questa fase di rallentamento.
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