WEF: crescita globale a rischio per il rallentamento delle riforme
Il Global Competitiveness Report 2014-2015 rileva progressi insufficienti nell’adozione e attuazione delle riforme strutturali necessarie per la crescita economica a lungo termine. La Svizzera rimane in testa alla classifica.
Italia stabile al 49° posto
La salute dell'economia globale è a rischio, nonostante anni di politica monetaria audace, con i Paesi che lottano per attuare le riforme strutturali necessarie per aiutare a far crescere le economie.
E’ questo, in sintesi, il messaggo che emerge dal Global Competitiveness Report 2014-2015 pubblicato dal World Economic Forum.
Nella sua valutazione annuale dei fattori che determinano la produttività e la prosperità dei Paesi, la relazione identifica il diverso grado di attuazione delle riforme strutturali, attraverso varie regioni e livelli di sviluppo, come la più grande sfida per sostenere la crescita globale.

Si evidenziano anche talento e innovazione come due aree in cui i leader nei settori pubblico e privato devono collaborare più efficacemente al fine di realizzare uno sviluppo economico sostenibile e inclusivo.
Secondo il rapporto del Global Competitiveness Index (GCI), gli Stati Uniti migliorano la loro posizione di competitività per il secondo anno consecutivo, salendo di due posti al terzo, grazie ai miglioramenti nel punteggio alivello di innovazione e quadro istituzionale.
Nella Top 5, la Svizzera guida la classifica per il sesto anno consecutivo, Singapore rimane seconda, mentre Finlandia (4°) e Germania (5°) scendono di un posto.
Seguono Giappone (6°), che sale di tre posti e Hong Kong SAR (7°), che rimane stabile.
Seguono le economie europee basate sui servizi aperti, con i Paesi Bassi (8°) stabili e il Regno Unito (9°) che salen di un posto.
La Svezia (10°) chiude la Top 10 delle economie più competitive del mondo.
Le principali economie nell'indice hanno tutte un track record di sviluppo, accesso e utilizzo di talenti disponibili, così come nel fare investimenti che stimolino l'innovazione.
Questi investimenti intelligenti e mirati sono stati possibili grazie ad un approccio coordinato basato su una forte collaborazione tra i settori pubblico e privato.
In Europa, molti dei Paesi che sono stati duramente colpiti dalla crisi economica, come la Spagna (35°), Portogallo (36°) e Grecia (81°), hanno compiuto passi significativi per migliorare il funzionamento dei loro mercati e la ripartizione delle risorse produttive.
Allo stesso tempo, alcuni Paesi che continuano ad affrontare grandi sfide di competitività, come la Francia (23°) e Italia (49°), sembrano non esserr pienamente coinvolti in questo processo.
Mentre il divario tra un Nord altamente competitivo e Sud in ritardo e Oriente persiste, si può ora osservare una nuova prospettiva sulla divisione europea di competitività tra Paesi che attuano le riforme e quelli che non lo fanno.
Alcune delle economie di mercato più emergenti nel mondo continuano ad affrontare difficoltà nel migliorare la competitività.